Facebook combatte bufale e revenge porn, migliora la sicurezza e la ricerca dei professionisti. Twitter combatte i troll

Facebook ha comunicato diverse novità, tra cui nuove misure contro fake news e revenge porn, una più semplice autenticazione a 2 fattori, e la ricerca dei professionisti nel Marketplace. Twitter abbandona alcune piattaforme, e migliora le soluzioni anti-troll.

Facebook combatte bufale e revenge porn, migliora la sicurezza e la ricerca dei professionisti. Twitter combatte i troll

Quando le due principali piattaforme social, Facebook e Twitter, annunciano delle novità, per consolidare il proprio primato nelle preferenze degli utenti, o mettere in discussione quello altrui, vi è sempre molto da raccontare e, quel che è appena accaduto, sull’uno e l’altro versante, non fa che confermare tale assunto.

Facebook, quanto a novità concrete, si è concentrato sulla sicurezza, e sull’offerta dei servizi. Nel primo ambito, da Menlo Park hanno annunciato – innanzitutto – una semplificazione dell’autenticazione a due fattori che, dotata di una nuova interfaccia (sia sul web che nelle app), sarà più facile da attivare, grazie ad una serie di passaggi step-by-step chiaramente indicati da esplicative didascalie. Oltre a ciò, il sistema di sicurezza aggiuntivo in questione potrà essere utilizzato usando non solo il proprio numero di telefono (per verificare l’identità effettiva dell’utente) ma anche dei codici casuali creati sul momento da generatori appositi, come Duo Security o Google Authenticator: in questo modo, Zuckerberg spera di sedare le critiche secondo le quali gli utenti, fornita la propria numerazione a scopo sicurezza, se la sono vista usare anche per altre finalità.

L’altra grossa e concreta novità del social californiano è relativa al lavoro e, per ora, relegata oltreoceano. Negli USA, infatti, il Marketplace di Facebook si arricchirà di una sezione dedicata ai professionisti a domicilio (idraulici, muratori, baby sitter, professionisti delle pulizie, falegnami, etc) i quali potranno inserirvi i propri annunci, completi di prestazioni, servizi e prezzi, senza dimenticare l’esibizione di recensioni e feedback ricevuti. Gli utenti, esplorando tale sezione, potranno comparare diversi esperti, scegliendone uno, o inoltrare la medesima richiesta a più destinatari, ricevendo – in cambio – un preventivo di cui, poi, si potrà discutere, ovviamente, su Messenger. Sarà la fine di Craiglist?

Meno impattante sull’Occidente, invece, sarà l’effetto della collaborazione tra l’americana Qualcomm ed il progetto facebookiano “Terragraph”, mirante a portare la connessione nelle aree povere e densamente popolate del pianeta, grazie a componenti di facile reperibilità, abilitate al wireless multi-node da 60 GHz: ebbene, il noto chipmaker ha dichiarato l’intenzione di supportare tale standard nei suoi microchip QCA6428 pre-802.11ay e QCA6438, in modo da espandere l’accesso alle informazioni in più aree e fette della popolazione mondiale.

Più di prospettiva, e foriere di sicure critiche, sono – invece – le ultime due iniziative di Facebook qui riportate. Secondo il portale Vice News, e la conferma della stessa Antigone Davis, responsabile globale della security del social, è in corso un singolare esperimento, per ora in Australia, ma presto anche in Canada, USA, e UK, per combattere il revenge porn, che prevede lo spontaneo invio – da parte dell’utente – delle proprie foto compromettenti, in modo che possano essere schedate ed etichettate con un codice hash. In tal modo, qualora qualcuno decidesse di farle circolare su Facebook, verrebbero rimosse entro 7 giorni, e – in più – se ne potrebbe prevenire la successiva comparsa e condivisione anche tramite Messenger o Instagram.

L’altra iniziativa di più lungo raggio di Facebook riguarda la lotta alle fake news: facendo seguito a quanto annunciato ad Aprile, Zuckerberg ha comunicato che, nelle prossime settimane, verranno scelti gli accademici incaricati di investigare sugli effetti dei social nelle elezioni e, nel contempo, verrà pubblicato anche un video di 12 minuti in cui viene spiegato come, a Menlo Park, si conduce la quotidiana guerra contro le bufale. Tale video sarà propedeutico ad una campagna che educherà gli utenti, a partire da quelli americani, a riconoscere – da sé e con spirito critico – le notizie false.

Il principale antagonista di Facebook, Twitter, nelle medesime ore, ha illustrato alcune mosse supplementari volte a combattere i troll, ed a rendere più sicura l’esperienza sulla sua piattaforma: nello scovare i disturbatori, verranno considerati nuovi indicatori “latenti”, tra cui il non aver confermato la mail associata al proprio account, l’aver registrato più profili da cui si twittano in simultanea le stesse cose (a mo’ di attacco coordinato), il modo in cui certi utenti interagiscono tra loro, o con coloro che violano palesemente le regole del network.

Infine, una brutta notizia, sempre da parte del microblog del canarino azzurro che, tramite il suo profilo ufficiale, ha spiegato che – dal 24 Maggionon sarà più disponibile la sua versione applicativa che consentiva, agli utenti di Xbox, Android TV e Roku TV, di guardare i video apparsi sul social, dacché il basso numero di download totalizzati non ne giustificata l’ulteriore sviluppo.

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