Facebook: ancora problemi con le istituzioni, pollice verso sull’app Bonfire, cimitero virtuale entro il 2070

I problemi di Facebook non sono cessati, né in merito ai rapporti con le istituzioni, né in riferimento a qualche flop applicativo: in più, entro il 2070, il social potrebbe diventare un cimitero virtuale.

Facebook: ancora problemi con le istituzioni, pollice verso sull’app Bonfire, cimitero virtuale entro il 2070

Decisamente, i rapporti di Facebook con le istituzioni non sembrano virare sul bel tempo, almeno secondo quanto emerge dagli USA e dall’Italia: non che vadano meglio le iniziative del social, il cui progetto per le chat di gruppo è stato cestinato, e con il social che, entro qualche decennio, si appresta a diventare una sorta di cimitero digitale. 

Da qualche tempo, negli USA, la Federal Trade Commission – FTC – ha avviato un’inchiesta su Facebook in merito al caso Cambridge Analytica, che portò all’esposizione i dati di circa 87 milioni di utenti: nelle scorse settimana, Menlo Park – pubblicando i dati della prima trimestrale del 2019 – ha comunicato d’aver accantonato una cifra notevole proprio in vista di una maxi multa da parte della suddetta agenzia governativa che, però, potrebbe non limitarsi ad una semplice sanzione pecuniaria.

Il New York Times, riportando le confidenze di 3 talpe vicine ai commissari federali, ha anticipato che, presto, potrebbe essere prevista una bozza di accordo che preveda la creazione di un comitato indipendente per la supervisione della privacy, sul social, ma anche in WhatsApp con, al suo interno, un membro designato dalla FTC. Nel caso quest’organismo appuri nuove violazioni della riservatezza personale, le responsabilità dovrebbero ricadere su Mark Zuckerberg in persona, nominato “Compliance Officer” della piattaforma, e delle app sotto il controllo di quest’ultima. 

Dall’Italia non giungono notizie migliori. Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha rigettato il ricorso del social, confermando la multa di 10 milioni di euro comminata dall’AGCOM a Menlo Park, per violazione del Codice del Consumo, relativamente al fatto che agli utenti non sarebbe stato detto con chiarezza che l’uso del social, gratuito, veniva in realtà pagato con la cessione a terzi, a scopi commerciali, dei propri dati. Facebook, però, ha promesso modifiche circa le sue condizioni d’uso, per assecondare i rilievi dell’AGCOM che, nel cavo venisse accontentata, potrebbe anche cancellare o ridurre la sanzione di cui sopra: la prossima udienza si terrà il 18 Dicembre e, nel frattempo, lo staff di Zuckerberg dovrà fornire informazioni sulle comunicazioni che verranno diffuse agli utenti, su come verranno modificate le policy, ed entro quanto ciò avverrà. 

Secondo The Verge, in quel di Menlo Park, dei problemi provengono anche dall’ordinaria amministrazione. Nello specifico, sembra che il tentativo di clonare l’app HouseParty, che permette agli utenti di effettuare delle simpatiche videochat di gruppo, tramite lo spin-off Bonfire, in test in Danimarca dall’autunno del 2017, sia destinato a concludersi entro la fine di Maggio, con le peculiarità della neonata app, mai distribuita globalmente, pronte ad essere inglobate in altri prodotti del social. A quanto pare, la decisione sarebbe maturata dalla considerazione che HouseParty non sia più, ormai, un grosso pericolo competitivo per il social in blu.

Di certo, destinato a far discutere è uno studio dell’Università di Oxford, ottenuto in base ai dati forniti dallo strumento Audience Insights, e considerando gli utenti europei del social: secondo gli studiosi, mantenendo il tasso di crescita del 2018, Facebook – entro il 2070 – vedrà gli account delle persone vive essere superati da quelli degli utenti deceduti che, entro il 2100, saranno 1.4 miliardi. Ovviamente, da Menlo Park fanno sapere di aver già attenzionato il problema, prevedendo la figura dell’account erede che, prendendo le redini del profilo appartenente al caro estinto, lo trasformerà in un account commemorativo ma, in ogni caso, il rapporto sembra propendere per la necessità che si apra un profondo dibattito, anche etico, sul come curare i dati che gli utenti si lasciano alle spalle, sui social, una volta passati a miglior vita. 

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