Facebook: allarme bomba, problemi con Treviso e con il GDPR. Norme anti troll per le Pagine, test inserzioni

Facebook, vittima persino di un allarme bomba, continua ad avere problemi col suo algoritmo di vigilanza, e con alcune recenti violazioni della sicurezza: intanto, partono le nuove norme anti troll per le Pagine, ed i test per le inserzioni in stile AdWords.

Facebook: allarme bomba, problemi con Treviso e con il GDPR. Norme anti troll per le Pagine, test inserzioni

Il momento “no” di Facebook, a quanto pare, non conosce tregua: il social, di recente oggetto persino di un allarme bomba, non ha ancora restituito l’accesso agli utenti sloggati lo scorso 5 Dicembre e, in più, è rimasto coinvolto in alcune polemiche per via del suo troppo zelante filtro anti volgarità. Nel mentre, da Menlo Park hanno attivato delle nuove normative per le Pagine e, in più, iniziato a testare degli annunci in ottica anti Google AdWords.

Secondo quanto riportano i media da oltreoceano, nella giornata di martedì sera, Facebook ha dovuto evacuare il suo campus a Menlo Park a causa di un allarme bomba che, giunto alla polizia di New York, ha richiesto la perquisizione del quartier generale di Zuckerberg, onde appurare la presenza di un eventuale ordigno esplosivo. Per fortuna, rientrato l’allarme dopo alcune ore, i dipendenti hanno potuto far ritorno nei loro uffici. 

Il 5 Dicembre scorso, come confermato dalla pubblicazione su Twitter dell’hashtag #facebookdown, diversi utenti sono stati sloggati dal proprio account Facebook senza potervi rientrare, dacché la loro password – anche se corretta – non veniva riconosciuta. Secondo il quotidiano romano “Il Tempo”, per molte delle vittime di questo problema sarebbe ancora impossibile rientrare in possesso dei propri profili, anche ricorrendo alla procedura di sicurezza con annesso codice di recupero: Facebook, in più, non ha ancora rilasciato alcuna spiegazione in merito, rasentando una violazione degli articoli 33 e 34 del General Data Protection Regulation, secondo i quali il social avrebbe dovuto comunicare entro 72 ore (dalla venuta a conoscenza) alle autorità pertinenti l’accaduto, avvertendo – nel contempo – gli utenti ai quali potrebbero esser stati sottratti dei dati. 

L’algoritmo di Facebook deve avere un conto in sospeso con Treviso. Dopo aver censurato la mitica Fontana delle Tette che, dal 1559, orna il centro storico della città, costruita in seguito a dei problemi di siccità, il censore virtuale del social si è accanito contro la concessionaria Negro di Treviso che, dal 1952, si occupa di commercializzare auto di prestigio: in pratica, ogni volta che tale azienda vara una campagna pubblicitaria, in virtù della sua denominazione che viene ritenuta volgare perché “potrebbe offendere le persone“, subisce uno stop, rendendo necessario reinoltrare la richiesta, con conseguente doppia fatica. 

Intanto, dal 12 Dicembre entrano in vigore le norme annunciate lo scorso Agosto, in relazione alle Pagine, con lo scopo di arginare l’azione dei troll russi e cinesi. Nella fattispecie, gli utenti verranno avvertiti del cambio nome di una Pagina, magari nata come micro-sito civetta, e potranno consultarne la data di creazione e la nazionalità di coloro che la amministrano. 

Da TechCrunch, infine, giunge la conferma di un’iniziativa varata da Facebook, per ora solo negli USA e in Canada, mirata ad arginare il calo di utili (del 16%) riscontrato nel terzo trimestre del 2018: si tratta dell’inserimento di alcuni annunci pubblicitari, ad oggi relativi ad automobili, e-commerce, e retail, tra i risultati delle ricerche e nel MarketPlace. Nell’eventualità di buoni feedback, il progetto verrà esteso ad altre categorie merceologiche e mercati. 

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