Sono passati ventidue anni da quando Nicholas Green, un bimbo statunitense di 7 anni in vacanza con la famiglia in Italia, fu assassinato durante un tentativo di rapina sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria. L’auto, guidata dal papà del piccolo, fu affiancata da una vettura con a bordo alcuni malviventi, che reagirono al tentativo di fuga sparando e colpendo il bambino che dopo due giorni morì.
L’opinione pubblica fu molto colpita dall’episodio, anche perché i genitori di Nicholas autorizzarono il prelievo e la donazione dei suoi organi, che salvarono la vita a sette persone. Il nobile gesto di Reginald Green e della moglie Margaret, colpì le coscienze degli italiani, che dal quel momento si avvicinarono all’idea della donazione degli organi, che fino a quel momento non era di prassi comune.
Nina Palmieri, l’inviata della trasmissione televisiva Le Iene ha incontrato Mariapia, una donna che ha ricevuto il fegato di Nicholas. All’epoca dei fatti Mariapia ha 19 anni e a seguito di un’epatite fulminante ha necessità di ricevere urgentemente un trapianto di fegato per salvarsi la vita. Dopo cinque giorni in lista d’attesa arriva la disponibilità dell’organo, una notizia inattesa visto la scarsa cultura della donazione in Italia.
Al risveglio dopo l’intervento Mariapia scopre chi è il suo donatore leggendo un titolo su un giornale “Volato dall’America per salvare sette vite in Italia”. I genitori del piccolo Nicholas riescono a trovare la forza di rispondere ad un atto crudele con un atto di generosità, dando una svolta alla donazione degli organi in Italia che negli ultimi anni è passata da 3 a 30 donatori per ogni 100 decessi.
Il dono di Nicholas rivive oggi in Italia anche in altre cinque persone, due ragazzi hanno ricevuto un rene, un uomo e una donna le cornee e una ragazza il pancreas, mentre Andrea Mongiardo, che aveva ricevuto il cuore, è deceduto per tumore lo scorso 9 febbraio.
Approfittando della presenza in Italia di Reginald Green, il papà di Nicholas, Nina Palmieri ha voluto incontrarlo insieme a Mariapia. L’uomo porge subito alla donna due domande: “Come stai?” e “Come sta Nicholas?”, il figlio maschio chiamato così, in ricordo del suo donatore. Poi racconta quello che successe 22 anni fa e abbracciando Mariapia esclama: “Questo mi dà l’impressione che la vita di Nicholas non sia stata sprecata”.