Il Grande Fratello Vip non è ancora iniziato ed è già polemica, a scatenarla stavolta è stato il noto giornalista e direttore del settimanale di gossip “Chi” – nonché storico opinionista del Grande Fratello – Alfonso Signorini, che senza tanti giri di parole e con disarmante schiettezza si scaglia contro alcuni concorrenti del programma, che secondo lui non sono affatto famosi.
Se questi sono i preliminari, non osiamo immaginare cosa accadrà da lunedì 11 settembre, quando avrà ufficialmente inizio in prima serata su Canale 5 la seconda edizione del fortunato reality show dedicato interamente ai personaggi noti dello showbiz. Al timone del Grande Fratello Vip riconfermata anche quest’anno Ilary Blasi, che sarà affiancata come sempre dall’impareggiabile, acuto e tagliente Alfonso Signorini, nel ruolo di opinionista.
Ed è proprio da Signorini che arriva la prima inaspettata polemica, scaturita dopo la comunicazione ufficiale della lista dei partecipanti, dove al fianco di nomi davvero molto noti ed illustri della televisione italiana, fanno capolino anche personaggi che – per Signorini – sono a dir poco sconosciuti, figurarsi per il telespettatore da casa che non segue gli ultimi eventi del gossip, così come del mondo dello spettacolo o della televisione.
In breve, l’arguta lingua del direttore di “Chi”, si domanda chi siano mai Jeremias e Cecilia Rodriguez, così come Ignazio Moser, Gianluca Impastato e Luca Onestini? La domanda che Signorini si pone, ma che rispecchia pienamente il pensiero comune di molti è: ma i partecipanti del Grande Fratello Vip non dovrebbero essere tutti dei personaggi famosi o almeno noti?
L’altra legittima domanda che si pone Signorini è se “essere figlio di, fratello di o sorella di” sia la condizione per essere definito un Vip o piuttosto la definizione di Vip dovrebbe nascere dalle qualità intrinseche del personaggio, tali da portarlo ai clamori della celebrità? Insomma, il direttore di “Chi” non sembra soddisfatto del cast del nuovo reality, assicurando così filo da torcere sia ai pernoggi meno noti, che a quelli molto noti.