WhatsApp, la celeberrima applicazione di messaggistica istantanea del gruppo Facebook, utilizzata da più di un miliardo di persone in ben 180 paesi in tutto il mondo, nei giorni scorsi, ha attivato una vera e propria battaglia contro la propagazione della disinformazione, delle Catene di Sant’Antonio, e dei virus tramite la sua piattaforma: molte di queste novità stanno entrando a regime proprio in queste ore e, nel contempo, si fa più vicino l’esordio sui telefoni “tradizionali”.
WABetaInfo, lo stesso gruppo di insiders che ha anticipato la limitazione sul numero di persone cui può essere inoltrato un medesimo contenuto (in India e Malaysia 5 utenti, nel resto del mondo 20), ha svelato un’altra novitĂ decisamente connessa a quella appena citata: Menlo Park, infatti, avrebbe avviato anche la rimozione del “quick forward”, ossia dello strumento di “inoltra rapido”, posto accanto alle foto ed ai video che si riceve. Ora, in pratica, ad implementazione avvenuta, per condividere tali contenuti, bisognerĂ cercarli nella propria gallery: la speranza è che tale passaggio in piĂą combatta lo sharing d’impulso e, quindi, freni le condivisioni seriali e poco meditate.Â
Oltre a ciò, la medesima fonte ha reso noto – attraverso il suo canale Twitter ufficiale – il rilascio in corso di un’altra funzione, annunciata di recente, ed oggi soggetta ad un rilascio globale nella versione 2.18.221 di WhatsApp Beta: si tratta del controllo che segnala la presenza dei link “sospetti”, con secondo avviso incorporato e proposta di tornare indietro.
L’unico inconveniente è che non sempre è sufficiente aggiornare alla beta citata ed attendere l’attivazione della feature da server remoto: a volte, alcuni utenti hanno dovuto, effettuato il backup delle proprie conversazioni, forzare il tutto disinstallando la precedente versione dell’app, ed installando la nuova. In ogni caso, l’introduzione di tale “antivirus integrato” – anche nella versione stabile – sembrerebbe avvicinarsi piĂą che in passato.Â
Infine, una notizia che farĂ felici anche quanti – e non sono solo anziani – fanno sovente ricorso ad un normale “feature phone”, purtroppo sprovvisto di Android e relative applicazioni. A partire dal 15 Agosto, infatti, una versione minimale (secondo un video di The Quint, ci sono i gruppi ma non le chiamate) di WhatsApp arriverĂ anche sullo JioPhone, uno dei primi esemplari di telefono basilare fondato sul sistema operativo KaiOS: dopo quel momento, sarĂ solo questione di tempo perchĂ©, ad esempio, si possa usare WhatsApp anche su feature phone piĂą blasonati e diffusi anche in Occidente (come, ad esempio, il celebre banana phone Nokia 8810).Â