Instagram testa la geo-restrizione per i Post e le Storie

Anche quando i changelog non rivelano i loro segreti, questi ultimi finiscono per emergere, se a indagare sulle app famose come Instagram ci sono leaker come Jane Wong, cui si deve la scoperta - in tale app - delle opzioni di geo-restrizione per post e Storie.

Instagram testa la geo-restrizione per i Post e le Storie

Non sempre i changelog che accompagnano gli aggiornamenti delle varie app riportano in modo completo le novità in esse contenute: a volte, con somma delusione da parte degli utenti, si parla semplicemente di correzioni e miglioramenti nelle prestazioni, necessarie – comunque – ad assicurare agli iscritti la migliore esperienza d’uso. Ecco, quindi, che si rivela particolarmente utile il contributo degli app searcher che, come WABetaInfo o Jane Manchun Wong, sbobinano riga per riga le più famose app del momento, onde sviscerarne i più reconditi segreti.

Proprio la ricercatrice in questione, già finita sugli scudi diverse volte per altre importanti indiscrezioni, ha pubblicato sul proprio account Twitter il risultato della sua ultima analisi codicistica, relativa ad una recentissima versione di Instagram: secondo la Wong, il team di Kevin Systrom starebbe conducendo alcune sperimentazioni per limitare la portata dei post, ma anche delle Storie stesse, su base geografica (“geo restriction”).

In pratica, agli utenti verrebbe offerta la possibilità, nell’editare un contenuto pronto per la pubblicazione, di sceglierne le destinazioni (“choose locations”), in modo che taluni post, o Storie, siano leggibili in alcuni contesti geografici, e non in altri.

In questo modo, gli utenti non dovrebbero più preoccuparsi del pubblicare qualcosa di adatto solo ad alcune nazioni, dacché potrebbero escludere le altre, ed i marchi o le aziende potrebbero limitare alcune loro produzioni ai soli paesi che ne detengono i diritti, riuscendo anche a targhettizzare la propria offerta in modo più mirato e proficuo. 

Come giustamente viene sottolineato, Instagram non sta avviando il roll-out di tale novità, tanto più che non ha nemmeno effettuato una comunicazione in tal senso: si tratta, dunque, di sperimentazioni interne di feature che, però, hanno un’elevata possibilità di essere introdotte in qualcuno dei prossimi aggiornamenti, anche tenendo conto che altre app come Twitter e Facebook integrano da tempo feature simili, e che la stessa Instagram da molto ha dimostrato attenzione alla geolocalizzazione con l’introduzione degli stickers localizzati

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