Instagram: sinergie con Pandora, lotta ai no-vax, ennesimo down, bug per la privacy

Instagram si riaffaccia, in questo middle week, con varie novità, sia in relazione al tema delle fake news che in merito ad una collaborazione musicale con Pandora: il tutto, in mezzo all'ennesimo down, e a un nuovo bug a detrimento della privacy.

Instagram: sinergie con Pandora, lotta ai no-vax, ennesimo down, bug per la privacy

Dopo Google Maps, anche Instagram, la celeberrima piattaforma di photo-sharing, torna alla carica, in tema di novità software, che agognano a un istante di notorietà, in mezzo a tanto hardware targato IFA 2019.

Qualche giorno fa, Pandora, servizio statunitense di radio online in competizione con Spotify, ha annunciato una collaborazione con Menlo Park, in ragione della quale l’utente che si trovi in una pagina di riproduzione dell’app di music streaming, tramite in menu Condividi, potrà sharare brani, album, e playlist nelle Storie di Instagram, creando dei post personalizzabili, poi condivisibili nel NewsFeed o, direttamente, con i propri amici follower. Lo strumento in questione, inoltre, non sarebbe limitato agli utenti paganti di Pandora: il destinatario del contenuto musicale, interessato allo stesso, nel cliccarvi visualizzerà “Riproduci su Pandora”, e potrà accedere a detto contenuto dietro la visione di un modesto annuncio pubblicitario.

Da Facebook, invece, è giunta una comunicazione inerente all’ennesima iniziativa per combattere l’anti-vaccinismo: nello specifico, il riferimento è a contromisure che andranno oltre, sia sul social in blu che, appunto su Instagram, il rendere meno visibili i contenuti sulla presunta pericolosità dei vaccini. Ora, nell’eseguire delle ricerche, ad esempio su tag dedicati al movimento no-vax, delle notifiche inviteranno l’utente ad acquisire informazioni da fonti più qualificate, con indicazione di link relativi – negli USA – ai Centers for Disease Control and Prevention (CdC) e, nel resto del mondo, alle pagine dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS).

Di fronte a implementazioni positive di tal genere, certo non mancano dei problemi per Instagram, per altro fustigata, nelle scorse ore, da un nuovo down, legato anche alla controparte web, in ragione del quale non si riuscirebbe a loggarsi alla piattaforma e, quindi, a postare contenuti e Storie.

In attesa che siano fornite maggiori indicazioni in merito, ha fatto certo discutere, in tema di privacy, quanto scoperto dal portale BuzzFeed, secondo il quale con gli opportuni accorgimenti, sarebbe possibile accedere anche ai post degli account privati, o alle Storie cancellate dopo 24 ore, evidentemente ancora conservate nella cache dei server di Facebook anche a diversi giorni dalla presunta (e solo apparente) eliminazione.

Per riuscire nell’impresa, basterebbe utilizzare un qualsiasi browser, portarsi sulla pagina di un profilo privato, ricorrere agli strumenti sviluppatore ad esempio di Chrome, e cercare gli url associati ai tag IMC src: questi ultimi, incollati nella barra degli indirizzi, porterebbero al contenuto, anche se eliminato, con successiva possibilità di ri-condividerlo.

Interpellata in merito, Facebook ha etichettato il bug come falso problema, paragonandolo all’iniziativa di un utente che esegue lo screenshot di un contenuto in-app, per poi passare a shararlo, e aggiungendo che, in ogni caso, tale routine non permette a chicchessia di effettuare l’accesso all’account privato preso di mira (in considerazione del fatto che l’url sarebbe protetto da sistemi di hashing, come desumibile dai messaggi di errore che appaiono allorché si vanno a rimuovere alcuni parametri dall’indirizzo carpito).

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