Venti anni di farmaci generici in Italia: successo o flop?

I farmaci senza brand raggiungono i vent’anni di presenza in Italia. Assogenerici ha colto tale occasione per tracciarne un bilancio consuntivo. Ecco i risultati delle loro analisi e considerazioni.

Venti anni di farmaci generici in Italia: successo o flop?

Era il 1996 quando i farmaci generici facevano capolino in Italia. A distanza di 20 anni, quali sono stati gli effetti della loro introduzione nel nostro paese? Sono state raggiunte le premesse tanto sperate? Hanno effettivamente avuto un impatto positivo sul mercato farmaceutico?

A queste domande ha provato a rispondere Assogenerici, l’associazione nazionale dei produttori di farmaci senza brand. Per l’occasione l’ente si è avvalso dei dati forniti da Ims Health, società leader nelle soluzioni e nelle informazioni di marketing del settore farmaceutico e della cura della salute.

L’associazione ha in primo luogo rimarcato come i farmaci equivalenti non riscuotano lo stesso appeal di quelli di marca. Questi ultimi continuano senza dubbio ad essere preferiti dal pubblico dei consumatori italiani, disposti a tutto pur di portarsi a casa il farmaco brandizzato.

Non c’è che dire: a differenza di altri paesi, in Italia il farmaco generico non ha sfondato. Se attualmente il 75% dei farmaci presenti sugli scaffali delle nostre farmacie è messo in vendita a brevetto scaduto, solo il 35% dei pazienti richiede il farmaco equivalente. E sì vero che la differenza tra generico e brandizzato è piuttosto esigua, siamo sull’ordine di un paio di euro, ma a fine anno il maggior esborso per i cittadini raggiunge i 980 milioni di euro. A tal fine è opportuno ricordare che il servizio sanitario nazionale rimborsi il prezzo del solo farmaco equivalente, mentre la differenza è a carico del cittadino.

Concentrando le analisi su temi più economici, si scopre però che l’introduzione dei “no-brand” abbia contributo al calo dei prezzi dei farmaci. Il tutto equivale a un vantaggio per le casse dello Stato che non deve sobbarcarsi il maggior costo del farmaco di marca. Dal 2010 al 2015, la riduzione media dei prezzi dei farmaci con obbligo di prescrizione in farmacia è nell’ordine del 15%.

Enrique Häusermann, presidente di Assogenerici, ha avuto modo di ricordare che “se nel nostro Paese si è riusciti nel tempo a sostenere la spesa farmaceutica e permettere l’adozione progressiva dell’innovazione, lo si deve alla presenza di un settore, quello dei medicinali equivalenti e biosimilari, dinamico e competitivo. Il nostro impegno è di essere sempre al fianco del nostro servizio sanitario nazionale”. Le sue dichiarazioni vengono confermate anche dalle cifre: dal 2000 ad oggi, grazie ai farmaci equivalenti la spesa farmaceutica è stata più bassa di ben 4 miliardi di euro.

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