Uranio impoverito: confermato il nesso con i tumori

Presentata oggi dalla Commissione parlamentare d'inchiesta la relazione finale sull'uranio impoverito e il suo collegamento con l'insorgere dei tumori.

Uranio impoverito: confermato il nesso con i tumori

La Commissione parlamentare d’inchiesta ha presentato oggi la relazione finale per quanto riguarda l’uranio impoverito ed il suo nesso con l’insorgere dei tumori rivelando notizie sconcertanti per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei militari sia in Italia che all’estero ed in particolare il silenzio sulla questione delle Autorità del Governo e dei vertici militari.

La proposta di legge di Scanu è stata firmata da quasi tutti i rappresentanti della Commissione e vuole sottolineare l’importanza delle ricerche epidemiologiche all’interno del mondo militare con la supervisione da parte dell’istituto Superiore di Sanità non solo per quanto riguarda l’uranio impoverito ma anche per l’amianto.

L’amianto purtroppo risulta essere presente nelle navi, negli aerei e negli elicotteri, infatti pare che la Commissione d’inchiesta abbia accertato che oltre 1.100 persone siano decedute o si sono ammalate di tumore solo nell’arma della Marina Militare, ma il picco dei casi di mesotelioma si pensa possa essere considerato in un periodo compreso tra il 2015 e 2020.

Tre i casi specifici sono al vaglio della Commissione d’inchiesta: quello del militare Antonio Attianese, che dopo essere stato in Afghanistan si è ammalato gravemente denunciando anche alcune minacce da parte dei suoi superiori; il secondo è quello del tenente colonnello medico Ennio Lettieri, dove in Kossovo è stato testimone di una fornitura di acqua altamente cancerogena destinata al contingente italiano e l’ultimo è quello del generale Carmelo Covato il quale ha sempre ribadito che i militari italiani erano attrezzati contro l’uranio impoverito ed erano a conoscenza della pericolosità questa sostanza.

Insomma basta “negazionismo”, con questa legge si vuole far conoscere la pericolosità di questa sostanza ma soprattutto i rischi dannosi ai quali sono esposti non solo i lavoratori delle forze militari ma anche la polizia di Stato e i vigili del fuoco che si impegnano ogni giorno ad aiutare e salvare i cittadini anche a costo della loro vita.

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