Stimolazione cerebrale per controllare il Parkinson

Sulla base di un recente studio condotto a livello internazionale, i sintomi del morbo di Parkinson potrebbero essere tenuti sotto controllo e notevolmente limitati utilizzando un nuovo sistema di stimolazione cerebrale

Stimolazione cerebrale per controllare il Parkinson

Attualmente il morbo di Parkinson, malattia causata dalla progressiva morte dei neuroni situati nella sostanza nera, rappresenta la seconda malattia neurodegenerativa, dopo l’Alzheimer, per prevalenza. Nonostante l’opinione pubblica la consideri una “malattia dei vecchi”, l’età di esordio del Parkinson si abbassa sempre di più: un paziente su 4 ha meno di 50 anni e il 10% ha meno di 40 anni.

Uno dei sintomi più comuni e anche più debilitanti di questa malattia è senza dubbio il tremore, che è causa della progressiva distruzione dei neuroni che producono il neurotrasmettitore dopamina, coinvolto nel controllo del movimento.

Sebbene un’alimentazione corretta (sembra che la birra sia un’ottima alleata contro la malattia) e la riabilitazione possano alleviare i sintomi, ad oggi una delle terapie più speranzose è la stimolazione cerebrale profonda, una tecnica simile alla stimolazione wireless recentemente discussa dagli scienziati.

Nell’ambito dello studio clinico internazionale VANTAGE, il quale ha visto la partecipazione di sei centri europei tra cui quello di Milano, è stato valutata l’efficacia e la sicurezza del nuovo sistema DBS Vercise di Boston Scientific nel morbo di Parkinson.

Questo sistema prevede l’emissione di leggere stimolazioni che giungono al cervello attraverso sottili elettrocateteri e “modulano” l’attività cerebrale per favorire il coordinamento dell’attività motoria, la riduzione dei tremori, la diminuzione della rigidità muscolare.

Dai primi risultati, pubblicati sulla rivista “The Lancet Neurology”, è emerso, considerando un arco temporale di sei mesi, un miglioramento significativo delle funzioni motorie pari al 62,4% (funzioni motorie misurate con la scala UPDRS III), oltre che un miglioramento della qualità della vita. Lo studio VANTAGE ha anche dimostrato che la batteria ricaricabile di Vercise e il sistema di ricarica sono stati ben tollerati dai pazienti.

Il Professor Mauro Porta, Responsabile del Centro Malattie Extrapiramidali e Sindrome di Tourette dell’IRCCS Galeazzi di Milano, ha spiegato: “Il sistema utilizzato nel nostro studio, grazie ad algoritmi e soluzioni tecnologiche avanzate, permette di localizzare la stimolazione nelle aree necessarie, minimizzando invece il coinvolgimento delle aree cerebrali circostanti”.

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