Padova: per la prima volta al mondo, trapianto di rene da donatore morto

A Padova un uomo ha ricevuto un trapianto di rene da un donatore deceduto. La moglie, incompatibile, ha deciso però di donare il suo ad un altro paziente.

Padova: per la prima volta al mondo, trapianto di rene da donatore morto

Una nuova era in medicina, per la prima volta al mondo in Italia è stato effettuato con esito positivo la “catena di trapianto”, tra donatore-ricevente incompatibile avviata da un donatore deceduto. La moglie del paziente, che ricevuto il trapianto da donatore deceduto, donerà a sua volta il rene ad un’altro paziente compatibile. La comunicazione è arrivata dal Centro Nazionale Trapianti.

Il programma, detto “cross-over“, ha l’obiettivo di allargare il gruppo di potenziali donatori, facilitando così il trapianto di pazienti immunizzati, che non hanno la possibilità di ricevere l’organo da un donatore in vita, a causa di anticorpi specifici presenti nei confronti del donatore stesso, e che quindi causano l’incompatibilità, come accaduto nel caso del paziente operato a Padova e sua moglie.

Il progetto è stato annunciato dal Centro Nazionale Trapianti ed è stato invece realizzato dal Centro di Trapianti di rene, diretto da Paolo Rigotti, dell’azienda ospedaliera universitaria di Padova, con la collaborazione del Laboratorio del centro interregionale immunogenetica di Milano e di Camposampiero.

La novità di questo programma, come ha spiegato il dottor Paolo Rigotti, “sta nel fatto che per la prima volta questo programma è stato avviato utilizzando un donatore di rene deceduto. Considerando che il numero dei donatori deceduti allocati presso un centro trapianti è nettamente superiore alla disponibilità dei donatori da vivente, questo consentirà di aumentare il pool di potenziali donatori compatibili da utilizzare per l’avvio di un numero maggiore di catene che coinvolgano coppie incompatibili e pazienti difficilmente trapiantabili“.

Uno studio realizzato in collaborazione di più equipè mediche e centri trapianti, che hanno effettuato una scrupolosa analisi sui dati tra donatori-riceventi incompatibili, problematiche etiche, efficacia, logistica e tutto ciò che serviva ad ottimizzare il programma cross over. Una nuova scoperta in campo medico che offre la possibilità di allargare gli orizzonti sui trapianti di rene, che spesso costringono a liste di attesa lunghe alla ricerca di donatori viventi.

Continua a leggere su Fidelity News