Oggi è la Giornata Nazionale del Parkinson. L’obiettivo da 10 anni è sensibilizzare ed educare

Oggi è la Giornata Nazionale del Parkinson. L'obiettivo è da 10 anni sensibilizzare, fare conoscere e prevenire la patologia che ancora oggi, sebbene in crescita, è poco conoscita e spesso sottovalutata.

Oggi è la Giornata Nazionale del Parkinson. L’obiettivo da 10 anni è sensibilizzare ed educare

Sono in Italia le persone che soffrono di Parkinson sono 250mila. Questa è una patologia che causa gravi difficoltà e disabilità e che colpisce principalmente gli anziani, ma non solo. Come spiega il presidente dell’Accademia Limpe-Dismov, Pietro Cortelli, in occasione dei 10 anni della Giornata nazionale dedicata alla malattia di Parkinson, la diagnosi precoce è fondamentale. Per questo motivo, l’obiettivo di questa giornata è sensibilizzare, fare prevenzione e fare conoscere la patologia. Spesso, infatti, la patologia è sottovalutata. 

La giornata ha anche lo scopo di raccogliere fondi e prevede eventi culturali, mostre, concerti, spettacoli teatrali. Il programma completo e le location degli eventi sono disponibili sul sito ufficiale della giornata nazionale del Parkinson (www.giornataparkinson.it). Per il quarto anno consecutivo, inoltre, ad appoggiare la causa è il campione olimpico, Jury Chechi.

La mission della giornata

In occasione della Giornata nazionale dedicata alla malattia di Parkinson, la Fondazione Limpe per il Parkinson Onlus e l’Accademia Limpe-Dismov ha programmato diverse iniziative e appuntamenti. La giornata ha lo scopo di sensibilizzare ed educare la popolazione sulla patologia che è sempre più diffusa ma anche poco conosciuta.  

In attesa della convention “Parkinson, Corpo & Anima” che si terrà a Roma giorno 1 e 2 dicembre, l’obiettivo fondamentale è fare comprendere l’importanza del rapporto tra medici, pazienti e caregiver. In questa occasione, per la prima volta in Italia, si riuniranno tutti nello stesso posto medici, personale sanitario, assistenti e familiari che vivono la patologia per discutere ed affrontare i molteplici aspetti, non solo medici, ma anche sociali e relazionali, ad essa riferita.  

È lo stesso Cortelli a dichiarare che “portare la conoscenza della malattia al di fuori delle mura degli ospedali avvicinandosi a chi il Parkinson lo vive in prima persona, che siano pazienti o familiari, ha un ruolo strategico quanto quello della gestione clinica della malattia”.

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