Morte in culla: il fumo passivo una delle cause

Il fumo passivo tra le cause della morte in culla secondo una ricerca recente. A creare molti danni anche il cosiddetto fumo di terza mano

Morte in culla: il fumo passivo una delle cause

La morte in culla sarebbe causata dal fumo passivo. I neonati, che hanno dei genitori che fumano, sarebbero quelli più a rischio.

È questo quanto emerge dal preoccupante quadro del reparto di Broncopneumologia dell’Ospedale Pediatrico del Bambin Gesù di Roma. Secondo quanto riportano i dati di questa ricerca, un bambino su cinque che arriva in ospedale con tosse o broncospasmo lo deve proprio al fumo passivo, causato dalle sigarette dei genitori.

I danni causati dal fumo non sono di certo una novità, ma è di particolare rilievo come questo possa portare anche alla morte nei più piccoli. Sono sempre più frequenti, infatti, i casi di morte in culla in tutto il mondo e fino a questo momento non si era ancora riusciti a risalire ad una causa ben specifica di questo fenomeno.

Oltre al fumo passivo a causare la morte in culla potrebbe essere anche il cosiddetto fumo di terza mano, ovvero quel fumo di cui si impregnano gli abiti, che vanno poi a contatto con il piccolo causando diversi problemi respiratori al piccolo. Capita spesso, infatti, che i genitori non fumino in presenza dei più piccoli, ma si rechino in spazi esterni all’appartamento per farlo, ma gli abiti rimangono comunque impregnati delle sostanze tossiche presenti nel fumo delle sigarette. Secondo il responsabile dell’unità di Broncopneumologia del Bambin Gesù, Renato Cutrera, si tratta di una pratica da evitare, specialmente quando si hanno contatti con i più piccoli.

Il problema del fumo passivo è estremamente importante e riguarda un’altissima percentuale di bambini. Secondo le statistiche, infatti, il 52% dei bambini viene esposto al fumo passivo, soprattutto dai 2 anni in su, ed il 38% ha almeno un genitore tabagista. Un bambino nel cui ambiente vi è una così alta concentrazione di agenti inquinanti, inoltre, non rischia soltanto la morte in culla, ma da adulto può sviluppare malattie del cuore, tra cui la cardiopatia ischemica, come spiega Attilio Turchetta, responsabile di Medicina dello Sport del Bambino Gesù “La cardiopatia ischemica rappresenta la principale causa di morte per malattia cardiovascolare provocata dal tabagismo: 64% negli uomini, 60% nelle donne. Certamente tra i ragazzi l’attività sportiva allontana dal vizio. Può accadere che chi pratica sport a 14 anni, una volta adulto possa essere ugualmente esposto a cardiopatia ischemica se nel tempo e’ diventato un fumatore abituale”.

Continua a leggere su Fidelity News