Asportazione della tiroide senza cicatrici

La chirurgia ha fatto di recente un grosso passo in avanti, permettendo ad alcuni pazienti che necessitano dell'asportazione della tiroide di avere una riduzione delle dimensioni dei "tagli" (incisioni) chirurgici e, di conseguenza, delle cicatrici.

Asportazione della tiroide senza cicatrici

Per la prima volta in Europa, in Italia, a Varese, è stato eseguito un innovativo intervento di tiroidectomia che prevede la rimozione chirurgica della tiroide, senza che vi siano delle vere e proprie incisioni e dunque senza che vi siano cicatrici.

L’intervento in questione è stato eseguito, su un paziente che presentava dei noduli tiroidei, dal dottor Gianlorenzo Dionigi, direttore del dipartimento di chirurgia generale dell’Università dell’Insubria e direttore della struttura complessa di chirurgia generale 1 dell’Ospedale di Circolo Fondazione Macchi di Varese. L’Ospedale di Circolo è famoso anche per essere il primo ed unico Centro in Italia ad eseguire interventi chirurgici sulla tiroide con monitoraggio intraoperatorio del nervo laringeo (neuromonitoring).

Interventi come questo sono stati eseguiti solo sette volte negli Stati Uniti e una decina di volte in alcuni Paesi asiatici, come Corea del Sud, Tailandia e Cina.

Rispetto alla tiroidectomia tradizionale, che si effettua praticando un taglio chirurgico di discrete dimensioni, questa nuova tecnica di asportazione della ghiandola endocrina sfrutta al massimo la tecnica endoscopica, accedendo all’organo dal cavo orale e non dalla base del collo. Nell’eseguire questa nuova tiroidectomia vengono infatti praticate soltanto due incisioni molto piccole sul collo; in una di queste il chirurgo infila l’endoscopio, munito di una telecamerina, nell’altra lo strumento chirurgico, che in questo caso è stato un dissettore a radiofrequenza. Tuttavia, proprio perché le incisioni effettuate sono di ridotte dimensioni, è necessario che il diametro dei noduli tiroidei non superi i 5 cm e che il volume della ghiandola non superi i 45 ml. Inoltre questo tipo di intervento non può essere al momento praticato sui piazienti a cui sia stato diagnosticato un tumore della tiroide maligno.

Tra i nemerosissimi vantaggi di questa nuova procedura, oltre al risultato estetico, ci sono anche l’assenza di complicanze della ferita chirurgica (ematomi, infezioni, ipertrofie…) e tempi di recupero più brevi (il paziente ha ripreso ad alimentarsi e a parlare il pomeriggio stesso dell’intervento).

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