Salvini e Macron: i due volti dell’Europa di oggi che si sfidano a distanza

Il capo dell'Eliseo non ha gradito l'incontro tra Salvini e Orban e attacca i sovranisti: "Non concederò a loro nulla". Pronta la replica di Salvini: "Basta dare lezioni e apra Ventimiglia"

Salvini e Macron: i due volti dell’Europa di oggi che si sfidano a distanza

Il sovranista e il globalista. Così possiamo sintetizzare Matteo Salvini ed Emmanuel Macron, che ultimamente stanno incarnando i due volti dell’Europa di oggi: quello capeggiato da Salvini che intende frenare l’immigrazione; e quello rappresentato da Macron che parla di una gestione dei flussi migratori in nome dell’integrazione e della solidarietà.

Il punto più alto dello scontro tra i due è arrivato dopo l’incontro a Milano tra il ministro dell’Interno italiano e il premier ungherese Viktor Orban. Un incontro che ha avuto come obiettivo quello di avvicinare tutte le forze politiche della destra europea per contrastare le politiche anti-nazionaliste incarnate da personaggi vicini all’establishment come Macron.

Le provocazioni, ovviamente, non sono mancate. Il capo del Viminale ha accusato Macron di essere alla guida di un Paese europeo che sostiene l’immigrazione illegale. Mentre il premier francese non ha gradito l’incontro italo-ungherese di Milano, e ha replicato stizzito: “Se hanno voluto vedere in me il loro oppositore principale, hanno ragione”.

Macron guarda al prossimo Consiglio europeo del 20 settembre a Salisburgo ricordando che in Europa “c’è una contrapposizione forte fra nazionalisti e progressisti”, promettendo di non cedere “nulla ai nazionalisti e a chi sostiene questo discorso di odio”. Già, perché lui, respingendo 50mila migranti in due anni, tra cui donne e bambini, ha dimostrato amore verso i profughi.

Pronta la replica di Salvini verso un “nemico” la cui popolarità in Francia è scesa ai minimo storici: “Il principale avversario di Macron, sondaggi alla mano, è il popolo francese. Anziché dare lezioni agli altri governi spalanchi le proprie frontiere. Come Ventimiglia. E la smetta di destabilizzare la Libia per interessi economici”.

Una frecciata velenosa ma veritiera perché questo esodo biblico dei migranti è iniziato proprio dopo il rovesciamento del regime di Gheddafi causato dalla Francia. Un danno che Salvini sta cercando adesso di riparare, stringendo accordi con Tripoli per stabilizzare la situazione politica in quel Paese, scalzando per quanto possibile la Francia guerrafondaia.

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