Salvini a Di Maio sulla manovra: «Non ci sto a passare per scemo»

Botta e risposta tra i due leader in vista della ennesima revisione al decreto relativo alla manovra finaziaria, anche se entrambi sono concordi sul voler proseguire nell’esperienza del governo giallo verde.

Salvini a Di Maio sulla manovra: «Non ci sto a passare per scemo»

Forte irritazione, se non arrabbiatura, quella che il Ministro degli Interni lascia ampiamente vedere, ma nei concetti espressi si nota come non abbia affatto digerito gli atteggiamenti dei suoi alleati di Governo.

Durante la diretta Facebook pubblicata dal Trentino Alto Adige, dove il Vicepremier sta tirando la volata ai candidati locati della campagna elettorale per le provinciali, non le manda di certo a dire ma allo stesso tempo scongiurando anche un’ipotetica crisi di governo.

La diretta di Salvini

Contro l’idea che il Partito fondato da Beppe Grillo vuole far passare, ovvero la Lega come il partito del condono, Salvini utilizza sia termini concilianti che bordate taglienti. Malumori per le accuse pronuciate dai maggiori rappresentanti del Movimento Cinquestelle, come ad esempio quelle del sottosegretario Michele dell’Orco, il quale ricorda a Salvini che il suo alleato di Governo non sia Silvio Berlusconi ma il Movimento; lasciando intendere la differenza che intercorre tra il suo alleato durante la campagna elettorale ed l’attuale partner di Governo.

«Per scemo non ci passo», la replica di Salvini che rigetta così le accuse dei suoi detrattori che imputano a lui ed alla Lega di essere amici degli evasori, è così continua sulla stabilità del Governo «non ho intenzione di fare questo regalo al Pd e agli speculatori» ma fa notare che «da due giorni che gli amici M5s dicono tante cose e io non sono nato per condonare niente a nessuno».

Il Segretario del Carrocio, sempre nella diretta Facebook, si dice stupito del recente atteggiamento di aspre critiche e scarsa fiducia, così sfogandosi: «Ragazzi non è così che si lavora, non è cosi che si fa tra alleati. Io poi sono ben contento se c’è qualcosa è da migliorare». Per dimostrare la prima estraneità alla modifica del testo uscito dal Consiglio dei Ministri, descrive così le attività svolte: «uno leggeva il testo e uno scriveva e verbalizzava. Chi scriveva era Conte e Di Maio verbalizzava». 

Prima del prossimo incontro non si è fatta attendere la risposta di colui che davanti alle telecamere di Bruno Vespa aveva sollevato perplessità sulla manina che aveva modificato il Decreto, che ha così dichiarato: “Non ci sto a passare per bugiardo

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