Pippo Baudo confessa che all’Italia di oggi manca un partito come la DC

Il celebre conduttore televisivo ha dopo poco compiuto 82 anni. L’intervista concessa al quotidiano Leggo, è stata l’occasione per far riaffiorare alcuni dei momenti salienti che hanno caratterizzato una carriera lunga quasi 60 anni.

Pippo Baudo confessa che all’Italia di oggi manca un partito come la DC

Dopo aver appena spento 82 candeline, Pippo Baudo si è concesso ai microfoni del quotidiano Leggo. L’intervista ha ripercorso i momenti clou della sua carriera di presentatore che si appresta a tagliare il traguardo dei 60 anni.

Se non fosse per i suoi capelli bianchi, si potrebbe facilmente concludere che il presentatore di origini siciliane non invecchia mai. Eppure egli stesso ammette che gli anni si fanno sentire. Non a caso all’eventualità di diventare presidente della Rai, fa sapere che una carica del genere non sarebbe compatibile con la sua età. “Anagraficamente non la sopporterei perché piena di lavoro e con tanti rischi”.

L’intervista passa poi ad analizzare la nostra situazione politica, finalmente uscita dallo stallo originatosi a seguito delle elezioni dello scorso 4 marzo. A tal proposito Super Pippo non cela una marcata nostalgia democristiana.

La Dc Manca a me. Manca a tutto il Paese. Un partito così forte, determinato e pieno di grandi personaggi e di uomini farebbe comodo anche oggi. Purtroppo non c’è più. Lega e 5 stelle hanno una maggioranza enorme, godono dell’appoggio notevole dell’opinione pubblica. Certo la situazione è difficilissima, dal punto di vista gestionale, però onestamente come italiani bisogna fare gli auguri di buon lavoro”.

Ma tralasciando l’aspetto politico, Pippo Baudo analizza anche quelli che sono stati i momenti topici della sua carriera televisiva. Nel suo album dei ricordi, uno degli episodi indelebili rimarrà la serata con Mike, Mina, Tortora e Corrado, quattro grandi personaggi che hanno fatto la storia della tv nostrana.

Anche quell’arrampicata all’edizione di Sanremo del 1995 per salvare l’aspirante suicida, rimarrà sicuramente uno dei momenti che hanno segnato la sua carriera. A tal proposito smentisce che si trattò di un’iniziativa volta ad aumentare l’audience. “Quel Sanremo 1995 è stato il più visto di sempre, dopo quello dei 17 milioni del 1987. Quindi non avevo nessun motivo per ricorrere a un espediente così misero”.

Guardando invece al futuro, il presentatore riconosce che la televisione gli manca, ma per continuare ad esserne dei protagonisti, bisogna essere anche agonisticamente preparati. Da qui si consola come ospite opinionista, un ruolo che tutto sommato lo diverte molto. Alla domanda poi su come reagisce alle ricorrenti frecciatine della sua ex Katia Ricciarelli, Pippo Baudo ammette che non lo toccano minimamente.

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