Omicidio Desirée: i tifosi della sinistra adesso tentano di imbavagliare Salvini

L'omicidio di Desirée è figlio dell'accoglienza indiscriminata e dei permessi facili. La sinistra, anziché fare mea culpa, se la prende con Salvini chiamandolo "sciacallo".

Omicidio Desirée: i tifosi della sinistra adesso tentano di imbavagliare Salvini

I tifosi dell’accoglienza si sono compattati per dare addosso a Matteo Salvini, tacciandolo di essere uno “sciacallo” e di usare la morte di Desirée Mariottini per farsi propaganda politica. Ogni giorno che passa, la sinistra perde le staffe e l’uso della ragione e, anziché recitare il mea culpa per le politiche di accoglienza a maniche larghe praticate per anni, se la prende con chi sta cercando di frenare l’escalation di reati commessi dai clandestini, ovvero da quelli che su questo territorio non dovrebbero nemmeno esserci.

Il branco che ha seviziato e ammazzato Desidrée Mariottini era composto interamente da immigrati irregolari rimasti in Italia grazie ai permessi facili rilasciati dalla sinistra. Hanno iniziato a delinquere e il permesso gli è stato revocato, ma loro sono rimasti lo stesso in Italia e hanno continuato a delinquere fino al delitto della ragazza. E così, i fan dell’accoglienza, invece di criticare le loro scelte in tema di immigrazione, adesso accusano Salvini di essere lui stesso uno “sciacallo” che strumentalizza per fini politici la morte della ragazza.

La lista dei detrattori è lunga. Ha cominciato Laura Boldrini, che ha accusato il leader della Lega di fare spettacolo sulla pelle di Desirée. Poi ha proseguito Matteo Orfini con un tweet al vetriolo: “Salvini, smettila di fare lo sciacallo e inizia a fare il ministro, se ne sei capace“. Ha continuato Cecile Kyenge, che se la prende con chi “tenta di strumentalizzare a proprio vantaggio, attraverso beceri tentativi di propaganda politica”. E, mentre il ministro dell’Interno invoca la castrazione chimica per chi stupra e l’espulsione per gli stranieri, Roberto Fico (M5S, presidente della Camera) parla di contrastare la violenza straniera con l’amore e l’inclusione sociale, elementi non propriamente in cima alle priorità di criminali e delinquenti extracomunitari, interessati per lo più a fare soldi spacciando droga o rapinando negozi.

Al coro anti-Salvini si sono uniti anche l’Anpi, che ha marciato per le vie del quartiere San Lorenzo non tanto per chiedere giustizia per Desirée quanto, piuttosto, per condannare la “deriva fascista” del nostro Paese. Così come hanno fatto i centri sociali, la rete studentesca, e i movimenti femministi, che hanno sbraitato contro Salvini quando costui è giunto davanti allo stabile dove era stata ammazzata la 16enne per deporre una rosa, intonando il coro di “sciacallo, sciacallo, e invitandolo ad abbandonare il Paese.

A questi detrattori di sinistra si sono comunque contrapposti i residenti del quartiere San Lorenzo, che lo hanno invece applaudito chiedendogli aiuto con un “Salvaci, Matteo. Il quartiere è con te“. Il quartiere è con te”. Un’istantanea plastica della cecità della sinistra che, pur di difendere i propri interessi e riprendere il potere, anziché interessarsi dei problemi che attanagliano gli italiani, stigmatizzando la politica migratoria che loro stessi hanno sostenuto con tanta alacrità, se la prende con chi, questi problemi, li ha riconosciuti e tenta di porvi rimedio.

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