Nichi Vendola e la maternità surrogata. Boldrini: "E’ uno sfruttamento delle donne"

La paternità dell'ex presidente della Regione Puglia e leader SEL, continua a far discutere politica ed istituzioni. Anche all'interno del suo stesso partito sta ricevendo forti critiche come dalla Presidente della Camera Laura Boldrini

Nichi Vendola e la maternità surrogata. Boldrini: "E’ uno sfruttamento delle donne"

Come è noto ormai a tutti, in questi giorni non si parla altro che di unioni di fatto e dei diritti delle coppie, forse è proprio per questo che la notizia della paternità di Nichi Vendola, divenuto padre grazie alla pratica dell’utero in affitto utilizzando il seme del compagno, sta facendo un po’ discutere tutto il mondo politico italiano, facendo schierare contro la sua scelta anche un membro importatnte del suo partito, la Presidente della Camera Laura Boldrini che ha dichiarato di avere non poche riserve sulla maternità surrogata.

La Boldrini parla di ciò, dopo aver partecipato a un evento all’Università King’s College di Londra proprio su questo argomento, dichiarando tranquillamente che quello della maternità surrogata è un tema molto delicato, soprattutto quando si ha a che fare con donne straniere. Afferma inoltre che questa pratica si presta allo sfruttamento delle donne, in quanto vengono solamente usate come contenitori atti a crescere figli di altri.

Ad ogni modo, il figlio di Vendola, il piccolo Tobia Antonio, è stato concepito usando il seme del suo compagno, quindi, geneticamente parlando, con l’ex presidente della Regione Puglia non avrebbe niente a che fare, almeno stando al patrimonio genetico. E’ questo quello su cui più discute il mondo politico e scientifico sull’utilizzo o meno di questa pratica.

Contro la scelta di Vendola si schiera anche il giornale ‘Famiglia Cristiana‘ che senza giri di parole ha scritto: “Per soddisfare un suo desiderio il paladino dei poveri e degli oppressi è andato all’estero come un facoltoso signore, ha reso orfano della madre un bambino e ha eluso la Costituzione e le leggi della Repubblica. Ma non era un uomo di sinistra?“.

All’indomani del voto sul ddl Cirinnà sulle unioni civili, il leader SEL diventa un caso di stepchild ‘negata’: infatti a lui e al suo compagno, se fosse stata approvata dal Parlamento e non stralciata in discussione al Senato, gli avrebbe permesso di essere a tutti gli effetti i genitori del piccolo Tobia Antonio, diritto già riconosciuto negli USA ma non in Italia.

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