Matteo Salvini attacca i magistrati: "Un processo politico senza precedenti, è successo qualcosa del genere in Turchia"

Dopo la sentenza con cui il tribunale del Riesame di Genova ha confermato il sequestro di beni fino a 49 milioni di euro alla Lega, Matteo Salvini, in un'intervista rilasciata a La Stampa, ha attaccato duramente la magistratura.

Matteo Salvini attacca i magistrati: "Un processo politico senza precedenti, è successo qualcosa del genere in Turchia"

La sentenza del tribunale del Riesame di Genova ha confermato il sequestro di beni fino a 49 milioni di euro alla Lega.

 Matteo Salvini in un’intervista rilasciata a La Stampa, ha espresso, senza giri di parole, il proprio feroce pensiero: “Direi che sono sia tranquillo che incazz***. Tranquillo perché so che siamo nel giusto, che stiamo lavorando bene e che la gente è con noi. Incazz*** perché è chiaro che cercano di metterci i bastoni tra le ruote”.

Le considerazioni di Salvini

Secondo il vicepremier è evidente che qualcuno non si rassegna al fatto che lui sia al governo e ciò che sta subendo la Lega è un processo politico senza precedenti. “Anzi, sì, uno c’è, è successo qualcosa del genere in Turchia, quando a un partito fu sequestrato tutto il patrimonio prima ancora della condanna e poi la stessa magistratura fu costretta a restituirglielo”.

Il leghista ha sottolineato che vi è un garante della Costituzione che deve far rispettare i diritti politici di 60 milioni di italiani e vorrebbe solamente che la magistratura di Genova, invece di corriere dietro a soldi che non ci sono e a conti correnti italiani o esteri che pure non esistono, lavorasse più rapidamente, per esempio, sulla strage del Ponte Morandi.

Salvini, in merito alla possibilità di cambiare il nome alla Lega, ha affermato che, se lo faranno, sarà per una scelta politica e sicuramente non sulla base di una sentenza, men che meno di un’inchiesta. In ogni caso, ha aggiunto, se decideranno di cambiare nome lo faranno nei prossimi mesi, con calma. 

Le parole a caldo dopo la sentenza del Tribunale del Riesame di Genova 

A caldo, Matteo Salvini è stato lapidario ed ha sentenziato di non esser assolutamente intimorito, di voler continuare a lavorare per la sicurezza degli Italiani. Il suo lavoro continuerà anche se lo stanno indagando per sequestro di persona e se gli verranno bloccati tutti i conti correnti, per presunti errori di dieci anni fa. Il vicepremier ha ribadito che se vogliono togliergli tutto possono tranquillamente farlo, tanto gli italiani sono dalla sua parte. “Nessuna ricaduta sul governo” ha affermato Giuseppe Conte in coro con Luigi Di Maio che riconosce come, in queste condizioni, per un partito politico diventa difficile svolgere la sua attività.

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