Mattarella difende la libertà di stampa: "Non può essere condizionata da insulti e minacce

Il capo dello Stato per l'ennesima volta si è dovuto schierare dalla parte dell'informazione ammonendo chi cerca di imbavagliarla. "La stampa è il fondamento della nostra democrazia".

Mattarella difende la libertà di stampa: "Non può essere condizionata da insulti e minacce

“Ha un grande valore la libertà di stampa, perché – anche leggendo cose che non si condividono, anche se si ritengono sbagliate – consente e aiuta a riflettere”. C’è aria di avvertimento nelle parole di Sergio Mattarella che ancora una volta è dovuto intervenire per difendere la stampa dal pericolo della censura.

Le minacce di ritorsione di Giggino Di Maio contro i giornali che non si allineano a una certa linea di pensiero, non sono piaciuti al capo dello Stato che, durante un incontro con gli studenti di una scuola superiore, ha ribadito l’importanza della stampa come fondamento della democrazia e che non può essere condizionata da insulti e minacce.

C’è qualcosa di avvilente nel nostro Paese se il capo dello Stato ogni tanto deve intervenire per dare lezione di diritto costituzionale a personaggi che si improvvisano dittatori del pensiero. Mattarella esprime una cosa ovvia: il giornalismo è un pilastro della società, basta con “i tentativi di fiaccarne l’autonomia”.

E per puntualizzare ancor di più il suo pensiero, spiega: “Al mattino come prima cosa leggo i giornali: le notizie e i commenti, quelli che condivido e quelli che non condivido, e forse questi sono ancora più significativi perché è importante conoscere il parere degli altri. Quelli che condivido sono ovviamente interessanti, e mi stanno a cuore; ma quelli che non condivido sono per me strumento su cui riflettere”.

Ma vallo a spiegare questo ai nemici della libera stampa. Ai tanti Mussolini che vivono in Italia e che, davanti a una informazione critica o a una notizia perniciosa per loro, sarebbero capaci di fare irruzione con le camice brune e i manganelli per mettere a soqquadro la redazione e incarcerare i giornalisti invisi al regime.

Se Mattarella è dovuto intervenire per l’ennesima volta in difesa dell’informazione, vuol dire che il pericolo della censura è sempre dietro l’angolo. Anche se spesso non serve una legge per imbavagliare l’informazione. Bastano gli insulti e le minacce per zittire quanti cercano di portare a galla gli scheletri che numerosi mascalzoni hanno rinchiuso negli armadi.

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