L’ok unanime al ddl Cirinnà dai senatori del Partito Democratico

Stamattina l'assemblea dei senatori del Partito Democratico si è riunito a Palazzo Madama per esprimere il voto sul ddl Cirinnà. Unanime, il gruppo di Palazzo Madama si è schierato a favore della legge per le unioni civili.

L’ok unanime al ddl Cirinnà dai senatori del Partito Democratico

Si è svolta stamattina l’assemblea dei senatori del Partito Democratico, in vista della discussione in aula sul ddl Cirinnà prevista per il prossimo 28 gennaio. 

Il ddl Cirinnà prevede l’introduzione di una legge che regolarizzi le unioni civili, tra cui quelle tra persone dello stesso sesso, e ne ufficializzi i diritti. Dal Consiglio dell’Ue arriva il monito all’Italia, unico Paese dei 28 a non avere una regolamentazione sulle unioni civili; Thorbjorn Jagland, segretario generale del Consiglio scrive: “Incoraggio l’Italia a garantire il riconoscimento legale alle coppie dello stesso sesso così come stabilito dalla sentenza della Corte europea dei diritti umani e come accade nella maggior parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa“. 

L’assemblea del Partito Democratico a Palazzo Madama ha approvato all’unanimità il ddl sulle unioni civili, con nessun voto contrario e nessun astenuto, anche se il capogruppo Zanda ammette che, seppure tutto il gruppo dei senatori ha la volontà di fare questa legge, ci sono delle riserve per quanto riguarda la stepchild, ovvero la possibilità del coniuge dello stesso sesso di adottare il figlio del partner. Difatti, il senatore Stefano Collina, del gruppo dei cattolici di Palazzo Madama, aveva già specificato che, oltre all’art. 5 riguardante la stepchild, sarebbe necessario emendare anche l’art. 3 sui diritti e doveri delle coppie omosessuali. 

Zanda ha poi aggiunto, in merito al rispetto delle posizioni di ciascuno: “A volte in passato non c’è stato e può essere comprensibile perché il tema è di enorme portata ma ora siamo a un passo dall’approvazione e dobbiamo stare attenti alle parole. Nulla giustifica la mancanza di rispetto“, auspicando che non si formino correnti all’interno del partito. Il Partito Democratico, inoltre, si dichiara non interessato al voto segreto, in quanto la sua posizione è chiara e trasparente. 

I dubbi del PD sulla stepchild potrebbero bloccare il Movimento 5 Stelle che sulla linea “zero emendamenti”, ha dichiarato che non voterà il testo se la parte riguardante le adozioni dovesse essere stravolta.

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