L’appello di Saviano per una mobilitazione popolare: "Lottiamo contro Salvini per i seicentomila immigrati in Italia"

Saviano ha pubblicato su Repubblica un appello per spronare i colleghi artisti, gli intellettuali, ma anche noi cittadini a prendere posizione per smascherare le menzogne del governo sui migranti, a schierarsi contro l'orrore che, a suo dire, stiamo vivendo.

L’appello di Saviano per una mobilitazione popolare: "Lottiamo contro Salvini per i seicentomila immigrati in Italia"

Roberto Saviano ha pubblicato su Repubblica un lungo e accorato appello volto a stimolare tutto l’entourage di quella che, forse, è quasi paradossale chiamare sinistra italiana: secondo lo scrittore le coscienze devono essere invase da un risveglio repentino perchè è necessario smascherare le menzogne del governo sui migranti e non cedere al ricatto del silenzio.

Il giornalista ha principiato osservando: “Dove siete? Perché vi nascondete? Amici cari, scrittori, giornalisti, cantanti, blogger, intellettuali, filosofi, drammaturghi, attori, sceneggiatori, produttori, ballerini, medici, cuochi, stilisti, youtuber, oggi non possiamo permetterci più di essere solo questo. Oggi le persone pubbliche, tutte le persone pubbliche, chiunque abbia la possibilità di parlare a una comunità deve sentire il dovere di prendere posizione. Non abbiamo scelta. Oggi tacere significa dire: quello che sta accadendo mi sta bene. Ogni parola ha una conseguenza, certo, ma anche il silenzio ha conseguenze, diceva Sartre”. Secondo Saviano il silenzio è un lusso che non possiamo concederci, e chi non si è espresso lo fa perchè trova conveniente tacere.

Saviano ritiene che esprimere il proprio pensiero non è un atto volto alla ricerca di visibilità, il suo atto d’accusa produce migliaia di insulti sui social: il problema risiede nell’evidenza che nessuno ha il coraggio di dire che spesso si tace per non essere divisivi, perché si teme che arrivino meno proposte, meno progetti. La realtà, ha sostenuto, non è riconducibile a parole d’ordine come “buonista“, “radical chic“, “taxi del mare“, “chiudiamo i porti“, “un bacione“, “una carezza” ed emoticon da adolescente. Lo scrittore ha sostenuto, quindi, che non prendere posizione è sintomatico di un atteggiamento vigliacco, della paura di dividere il pubblico che ti segue sui social, la paura che il pubblico che compra i libri o i biglietti degli spettacoli possa sparire: “Ma davvero credete che quello che sta succedendo sia accettabile?”.

Saviano ha rimembrato i tempi della lotta contro Berlusconi, quando criticarlo portava conseguenze, reazioni potenti, prendere una posizione attiva contro il Cavaliere non significava perdere share, copie, consenso, anzi designava un carattere riconoscibile della commedia dell’arte. Lo scrittore sentenzia che occorre controllare chi ci governa perché, anche se legittimato alle urne, lo stesso non deve tradire non solo il proprio mandato, ma soprattutto la nostra storia e i valori che ci hanno consentito di vivere decenni di pace.

La nostra Democrazia è una Democrazia giovane e fragile, ma è prima di tutto antifascista e antirazzista e Salvini, secondo il suo pensiero, non rispettando i valori che sono alla base della nostra Costituzione, rischia di condurci verso scenari pericolosi: per il giornalista se non ci difendiamo questo governo, che in modo maldestro – ma evidentemente efficace – specula sulle difficoltà di molti, utilizzando come arma di distrazione di massa l’attacco ai migranti e alle Ong, cadremo in un baratro irreversibile: “Mentre il M5S e la Lega litigano sui punti fondamentali del loro accordo, ci fanno credere che il nostro problema siano i migranti. E se mi rispondete che i governi precedenti hanno fatto altrettanto vi rispondo: non si erano spinti fino a questo punto, ma di certo hanno asfaltato la strada perché tutto questo accadesse. E se mi dite che avete votato per Lega e M5S per ribaltare il tavolo, perché era l’unico modo per mandare via una classe dirigente che aveva fallito sotto ogni profilo, vi dico: vigilate, non delegate, aprite gli occhi perché le cose si stanno mettendo male, male per tutti. Male non solo per i migranti o per le voci che dissentono, ma anche per voi”.

Saviano afferma che quando la politica perde il sentiero della giustizia, si spoglia della sua carne lasciando scoperta l’ossatura banditesca, l’omertà di fronte alle mafie si sostanzia non solo di paura, vive sull’assioma che un boss attua il bene per il singolo. Per Saviano la querela è solo un granello se paragonata ai colpi mortali che questo governo sta infliggendo allo Stato di Diritto, sottolineando che lo scontro tra lui e Matteo Salvini non è personale, è il dovere e la necessità di parlare per chi non ha voce, per i seicentomila immigrati presenti in Italia, che lo spinge ad agire. Il giornalista osserva che parla per le Ong che hanno iniziato a fare salvataggi in mare, aiutando gli Stati europei e l’Italia a gestire un fenomeno che non può essere fermato, ma solo ben amministrato perché è palesemente una risorsa. Il nostro Paese, osserva, è un Paese multietnico e tutti i cittadini dovrebbero mobilitarsi per i diritti di tutti, perché siamo tutti coinvolti.

Saviano insinua che Salvini non sale nei sondaggi per colpa di chi lo critica, ma per responsabilità di chi tace e di chi mostra timidezza e timori, avallando le menzogne che crescono incontrastate, da parte di bugiardi di professione che al loro cospetto i servi di Berlusconi risultano degli incapaci: lo scrittore vorrebbe battere casa per casa, strada per strada per far capire ai lettori, alle persone in grado di poter capire il mondo e non subirlo con le maree del rancore, che la conoscenza è uno strumento prezioso di emancipazione dalla miseria personale.

“Un ministro della Repubblica che querela uno scrittore su carta intestata del ministero sta mettendo in atto un gesto autoritario: sta utilizzando la sua posizione per intimidire non solo me, ma anche voi. Non mi fa paura la querela e non mi fa paura la solitudine”.

Continua a leggere su Fidelity News