La Chiesa Cattolica da cristiana a partigiana: intonato un "Bella Ciao" in una parrocchia di Bologna

Nella parrocchia di Santa Teresa i cantoni intonano il grido di guerra dei partigiani "Bella Ciao". Numerosi i bambini presenti. Una testimone: "È stata una cosa scandalosa".

La Chiesa Cattolica da cristiana a partigiana: intonato un "Bella Ciao" in una parrocchia di Bologna

La Chiesa Cattolica? Un’istituzione sempre più politicizzata e sempre meno cristianizzata. Non è una esagerazione dirlo se in una chiesa di Bologna, nella parrocchia di Santa Teresa, durante un tradizionale canto natalizio, i cantori, anziché intonare un più appropriato Tu scendi dalle stelle, si sono messi a cantare il ritornello partigiano di Bella Ciao.

Una ragazza presente in chiesa così ha raccontato al vicenda: “Sembrava tutto normale. Prima ho sentito i bimbi cantare canzoni natalizie, poi è stato il turno degli adulti. Ad un certo punto i coristi hanno intonato ‘Bella ciao’. Sono rimasta sconvolta e sconcertata. È pazzesco che in chiesa si mettano a intonare quelle canzoni”.

Pazzesco è l’aggettivo più indovinato per descrivere ciò che è avvenuto in una parrocchia che mette da parte il crocifisso per impugnare le armi della Resistenza e combattere contro un nemico immaginario. Ovvero contro Salvini e l’attuale governo che i cantori parrocchiali hanno definito pericolosi perché limiterebbero la libertà individuale.

In realtà, l’unica libertà che sembra limitare il governo è quella dei flussi migratori di massa. Una decisione che sta penalizzando gli interessi di cooperative gestite dalla Chiesa che sui profughi raggranellano parecchi soldi. Ultimo caso quello del prete don Favarin, che osteggiava il presepe mentre nel frattempo fatturava milioni con i migranti.

A dirlo è anche il leghista Umberto Bosco: “I parroci ‘rossi’ non sono certo una novità, ma da quando Salvini ha compromesso gli interessi economici e ideologici di chi operava nell’accoglienza indiscriminata, le cooperative rosse e quelle bianche hanno rinforzato il sodalizio contro il governo in carica”.

Un governo che sta spezzando i remi in barca ai furbetti della solidarietà. Molti dei quali ruotano proprio nell’orbita ecclesiastica. I sacerdoti che dimenticano le decine di preti ammazzati dai partigiani e che inseriscono nel loro repertorio natalizio un ritornello che parla di guerra e di morte, non certo di pace e fratellanza.

Non è chiaro se il parroco della chiesa abbia o meno autorizzato la messa in scena di una canzone scandalosa per un posto come quello. Resta il fatto che in quella parrocchia erano presenti numerosi bambini che, anziché ascoltare canzoni cristiane, sono stati costretti a sorbirsi un ritornello politico che parla di sangue e morte. 

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