Il caso della nave Diciotti: stanno per crollare le ipotesi di reato su Salvini

Potrebbero essere archiviate a breve le inchieste, contestate a Salvini, per il reato di arresto illegittimo e di sequestro di persona per insussistenza dei fatti.

Il caso della nave Diciotti: stanno per crollare le ipotesi di reato su Salvini

I fatti sono relativi al divieto di sbarco, dettato dal Ministro dell’interno, ai migranti della nave Diciotti, sui quali sta indagando il  procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Per quanto riguarda il reato di arresto illegittimo, questo potrebbe essere archiviato a breve, in quanto non vi è mai stato alcun ordine scritto, ma solo una indicazione politica del Ministro di non fornire alcun porto di approdo alla nave in questione.

A sottolineare l’insussitenza dei reati è il procuratore capo di Firenze, Ubaldo Nannucci, che in una lettera aperta al “Fatto quotidiano” scrive: “Il divieto di sbarco in territorio italiano non può considerarsi equivalente alla privazione della libertà personale, posto che il migrante può recarsi ovunque liberamente, senza alcun limite alla propria libertà di movimento, con la sola eccezione dell’ingresso nel territorio dello Stato Italiano, in assenza delle condizioni che, per legge, richiedono il permesso preventivo per entrarvi“.

Salvini, dunque, non ha fatto altro che rispettare le leggi in vigore sull’ingresso in territorio italiano di cittadini stranieri.

Il dottor Nannucci avanza anche dubbi sulla correttezza dell’indagine, in quanto il procuratore di Agrigento, prima di indagare sui presunti reati contestati, avrebbe dovuto interrogare i migranti su tutti gli accadimenti del loro viaggio: perché hanno lasciato il loro paese; quanto hanno pagato e a chi; chi conduceva il barcone e se era ancora a bordo della Diciotti; se c’era pericolo di naufragio quando hanno incontrato la nave della nostra Guardia Costiera, tutti reati che, stranamente, sono stati ignorati.

Il ministro dell’Interno ostenta tranquillità ed è sicuro che tutte queste accuse non faranno che aumentare il consenso dell’opinione pubblica sul suo operato e screditeranno la Procura.

La Procura di Agrigento, nel frattempo, continua nell’inchiesta, chiedento tutti i nominativi dei migranti, affinché gli venga data la possibilità di costituirsi parte offesa, strada che anche alcune associazioni ‘umanitarie’ stanno percorrendo.

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