Il biotestamento è legge. Il "no" alle cure è possibile

Via libera per la legge sul biotestamento con 180 si dalla sinistra e 5 Stelle. Esultano anche I Radicali con Cappato. Bonino in lacrime: "Dieci anni di lotta per dare ai malati un po’ di umanità".

Il biotestamento è legge. Il "no" alle cure è possibile

Con il via libera del Senato, il biotestamento è legge. Tale norma consente ad un malato terminale la possibilità di rifiutare le cure. Il “si” arriva dall’asse formato tra Pd, Movimento 5 Stelle e sinistra. Divisione invece all’interno del mondo cattolico, in particolare nell’Associazione medici cattolici. A festeggiare più di tutti sono i radicali: infatti a Febbraio del 2017 Marco Cappato ha accompagnato a morire in Svizzera Dj Fabo. Ecco perché loro puntano già al prossimo obiettivo: suicidio assistito e legalizzazione dell’eutanasia.

In lacrime Emma Bonino, che definì il tumore al polmone che la colpì due anni fa il “signore scostumato”. Le sue prime parole sull’approvazione della legge sono state: “Qualche lacrima è uscita quando abbiamo visto il cartellone del voto, qualche emozione forte anche, in ricordo di una lunghissima battaglia. Quanto tempo e quanta fatica per arrivare ad una legge di umanità. Come poter dimenticare quel dibattito insopportabile sul caso Englaro, più di dieci anni fa, che mi toccava presiedere con qualche insulto”.

La nuova legge riguarda tutti, giovani e non. Il testamento biologico non è obbligatorio, inoltre è sempre modificabile e/o revocabile. Amplia la libertà personale, puntando all’autodeterminazione in tema di salute. Il medico dovrà rispettare le volontà del paziente, inoltre sarà esente da responsabilità civili e penali. Gli italiani hanno una prospettiva di vita più lunga rispetto al passato, ma questo vuol dire più anni di invalidità. Un Paese sempre più esposto a demenze e malattie neurodegenerative. Un aumento di pazienti che non sarà in grado di decidere sul finire della propria vita. La legge serve proprio a questo. Punta all’alleanza medico-paziente, portando chiarezza quando le possibilità di guarigione sono finite.

Il biotestamento può essere redatto per atto pubblico o scrittura privata, sottoscritta e autentificata da pubblico ufficiale, notaio o medico dipendente del Servizio Sanitario Nazionale. Se il paziente si ritroverà in condizioni fisiche che non lo consentano, le sue volontà possono essere espresse con videoregistrazioni. La revoca in casi di emergenza può avvenire oralmente davanti a due testimoni.

Come spiega il presidente delle Federazione Italiana Aziende Sanitarie ed Ospedaliere: “Indicazioni certe porteranno più fiducia nella relazione medico-paziente e questo farà bene al clima in corsia. I medici ogni giorno operano delle scelte, davanti a un biotestamento potranno farlo con più serenità“. I camici bianchi non saranno quindi chiamati a dire no alla vita, ma rispetteranno il paziente evitando l’accanimento terapeutico.

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