Bambola gonfiabile a festa della Lega, Salvini: "E’ la Boldrini!" e il web insorge

Ha fatto scalpore l'infelice battuta di Matteo Salvini il quale, indicando una bambola gonfiabile portata ad un convegno di Lega Nord, ha affermato: "E' una sosia della Boldrini!" sollevando un fiume di polemiche.

Bambola gonfiabile a festa della Lega, Salvini: "E’ la Boldrini!" e il web insorge

Matteo Salvini e Boldrini è un binomio che non ha mai generato particolari suggestioni di reciproco affetto, ma questa volta la polemica tra i due politici è sconfinata ben oltre la soglia del mediaticamente consentito, a causa di un commento inopportuno generato, suo malgrado, da una bambola gonfiabile (quella invece sì ben attinente al contesto in questione).

Ricostruiamo i fatti in breve: è accaduto che, in occasione di un meeting di Lega Nord, sul palco (ambiente sempre tanto caro a Matteo Salvini) abbia fatto la sua comparsa proprio il suddetto sex toy in lattice, sospinto sul proscenio da qualche zelante fan del Carroccio, proprio durante un semi-spogliarello dello stesso leader leghista (il quale stava apprestandosi ad indossare una maglietta regalatagli dai supporter presenti).

Fatto sta che all’improvvisa comparsa di quella figura dalle prosperose forme plastificate, con gli occhi fessi e le labbra gonfie e schiuse in un apparente principio d’orazione destinato a non avere mai sfogo (vuoi per mancanza di corde vocali, o perché di fatto le attitudini siano ben altre), Salvini abbia pronunciato le fatidiche, nefaste parole: “C’è la sosia della Boldrini qui!“.

Sotto il palco, un plebiscito; ma quando la frase è diventata virale sui social, il nostro non avrebbe potuto sperare in un trattamento altrettanto riguardoso. Che difatti non è arrivato. “Le donne non sono bambole e la lotta politica si fa con gli argomenti, per chi ne ha, non con le offese” ha subito tuonato la diretta interessata.

Una precisazione che non avrebbe potuto trovare interlocutore meno avvezzo a coglierne il significato, probabilmente. Fatto sta che allo sdegno della presidente della Camera ha fatto seguito quello di migliaia di utenti, letteralmente inviperiti dall’uscita del segretario di Lega Nord, che puzza inequivocabilmente di sessismo. Un tema che, specie di questi tempi, rappresenterebbe un campo minato per chiunque.

Figuriamoci per Matteo Salvini, uno che in quanto ad aforismi ha già saputo regalare numerose perle poi diventate veri e propri must da antologia del trash. Ad ogni modo, per chi auspicava un mea culpa da parte dell’incriminato, sono arrivati invece ulteriori motivi d’indignazione. Perché non solo Salvini non ha chiesto scusa, ma ha addirittura rincarato la dose lanciando l’hashtag #sgonfialaboldrini.

Il tutto con tanto di dedica personalizzata sullo sfondo del suo profilo Facebook. “Si tratta di una squallida esibizione di sessismo” ha tuonato il ministro per le Riforme costituzionali Maria Elena Boschi, e persino la “collega verde” Irene Pivetti – candidata capolista a Roma – ha preso le distanze da quell’uscita: “Ha detto una grande scemenza volgare“.

“Salvini ha meno cervello di una bambola gonfiabile” ha a quel punto infierito Marianna Madia, in un tweet subito sottoscritto e condiviso persino da Beatrice Lorenzin. Grazie a pochi secondi di blackout neuronale insomma, il leader leghista è riuscito ad inimicarsi praticamente la totalità degli esponenti femminili della politica italiana.

Non che tra gli uomini abbia trovato molta più solidarietà, beninteso: “A Toti l’impossibile compito di rendere compatibile un soggetto del genere con un’alleanza politica decente, missione impossibile” ha commentato amaro Fabrizio Cicchitto, mentre il deputato Emanuele Fiano ha confermato il pensiero collettivo con un lapidario: “Ha oltrepassato ogni limite della decenza“.

Insomma, tra Laura Boldrini e Matteo Salvini non è mai stato amore, e forse non lo sarà mai. E questo possiamo darlo per assodato. Ma nonostante la grande inimicizia e tutte le formulazioni mentali che un rapporto conflittuale del genere può generare, tirarsi la zappa sui piedi da soli – sia pure a margine di un contesto puramente conviviale – sembra non sia stata esattamente la mossa mediaticamente più intelligente da compiere per Salvini.

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