Arriva un’altra condanna per Travaglio: dovrà risarcire Tiziano Renzi con 50mila euro

Il Fatto Quotidiano, a ottobre, fu già condannato a pagare 95mila euro per aver diffamato Tiziano Renzi. Oggi un'altra condanna: dovrà versargli altri 50mila euro

Arriva un’altra condanna per Travaglio: dovrà risarcire Tiziano Renzi con 50mila euro

Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, è stato nuovamente condannato dalla magistratura a risarcire Tiziano Renzi, padre dell’ex premier del Partito Democratico Matteo Renzi, per averlo diffamato durante un intervento televisivo. Il direttore del Fatto dovrà versargli una cifra di 50.000 euro.

Renzi junior non ha nascosto la soddisfazione per aver visto, per le seconda volta in un mese, il Fatto Quotidiano condannato a versare soldi al papà. La prima volta era successo il 22 ottobre di quest’anno, quando i giudici avevano obbligato il quotidiano di Travaglio a devolvere a beneficio di Tiziano Renzi una somma pari a 95mila euro per un articolo ritenuto diffamatorio.

In quell’occasione Matteo Renzi aveva avvertito: “È solo l’inizio”, volendo insinuare che presto sarebbero giunte altre denunce. E così è stato. “Non si può diffamare una persona senza essere chiamati a risponderne – hanno commentano dal quartier generale del Partito Democratico – è una lezione che spero impari anche Marco Travaglio“. 

La sentenza

Il direttore del Fatto, dopo la sentenza, aveva lanciato un appello ai lettori, invitandoli a sostenere finanziaramente il quotidiano dato che quei 95.000 euro potevano pesare come un macigno sulla sopravvivenza del giornale. Ma mentre lui lanciava appelli per raccogliere fondi, i giudici continuavano il loro lavoro inquisitorio, aggiungendo altri 50.000 euro da sborsare a beneficio di Renzi senior.

Il Partito Democratico, ovviamente, ha applaudito alla decisione dei giudici. Come ha fatto il senatore Dario Stefano: “Diffamare e raccontare fake news non è giornalismo, non è cronaca. Ed è giusto che abbia un prezzo da pagare. Travaglio inizi a fare economie per onorare la Giustizia“, ha sostenuto felice e contento il senatore piddino. Dimenticando però tutte le volte che gli esponenti del suo partito sono finiti sul banco degli imputati per corruzione e appropriazione indebita.

 

 

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