La triste storia dei bambini di Lidice che commuove il mondo (1 / 2)

La triste storia dei bambini di Lidice che commuove il mondo

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Lidice, piccolo villaggio boemo, dall’architettura medioevale, di quella che era una volta conosciuta come Repubblica Ceca, fu totalmente raso al suolo e i suoi abitanti sterminati o deportati. L’ordine fu dato personalmente da Hitler. Ricostruiamone la storia per non dimenticare.

Il 27 maggio 1942, un commando partigiano ceco attaccò, con il lancio di una granata anticarro, l’auto del generale Reinhard Heydrich, capo della Gestapo e della polizia tedesca, grande sostenitore del Reich e fautore dell’ideale germanico nazista; il generale rimase ferito. Egli morì il 4 giugno a causa di un’infezione che non fu provocata dall’attacco.

Con la scusa di attribuire la morte del generale ai partigiani e vendicarlo, i nazisti attaccarono Lidice, che era già sotto il loro controllo, convinti che i suoi abitanti avessero aiutato “i ribelli” a fuggire.

Dopo che le SS circondarono il villaggio, il 10 giugno 1942, i soldati nazisti radunarono tutti gli uomini e i bambini maschi, dai 15 anni in su, e li fucilarono senza pietà. Raccapricciante fu l’esecuzione che iniziò la mattina e si concluse nel tardo pomeriggio. Le vittime, infatti, a gruppi di 10, si dovevano recare al luogo dell’esecuzione, un muro di un granaio coperto da dei materassi per evitare il rimbalzo dei proiettili. Lì vennero fucilati senza essere neppure bendati; i gruppi successivi, specialmente gli ultimi, dovettero anche resistere alla vista delle vittime precedenti ai loro piedi, e camminare sui loro cadaveri e sui corpi in agonia di chi stava per morire. Quel giorno persero la vita 192 uomini.