Vittorio Sgarbi va in pensione senza mai aver lavorato: “45 anni di aspettativa d’oro” (2 / 2)

Ero poco in ufficio ma lavoravo”, anche se sui certificati medici veniva riportato: “Cimurro e cervicalgia”. L’assenteismo li ha causato una condanna per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato. Vittorio Sgarbi, essendo un critico d’arte, anchorman televisivo, ex deputato di Forza Italia, già presidente della commissione Cultura, e attuale sindaco di Salemi, è stato definito un “truffatore dello Stato“. Per tre anni ha lasciato vuoto il suo ufficio alla Soprintendenza di Venezia con scuse più banali, come malattie poco serie e addirittura una fantomatica “allergia al matrimonio”.

Si assentava dal lavoro per scrivere libri, partecipare a programmi tv e fare una vita mondana. Dal 1996, è stato condannato per truffa aggravata e falso ai danni dello Stato. La sua condanna definitiva è stata a 6 mesi e 10 giorni di reclusione e 700 mila lire di multa. Nell’intervista con Panorama Vittorio Sgarbi ha spiegato che la sua pensione oscillerà tra i 2500 e i 3500 euro al mese, sottolineando che a casa sua spende intorno ai 30mila euro al mese per “assistenti, dipendenti della Fondazione, 7mila euro solo di affitto“.

Ovviamente per il critico d’arte la “quota Sgarbi” è più vantaggiosa della “quota 100” della Fornero, ma comunque ha voluto precisare che la sua lunghissima aspettativa è stata un risparmio per lo Stato. “L’hanno avuta tutti, e mi pare giusto perché è una regola democratica”. E per finire, riassume così la sua carriera politico-istituzionale: “È sintetizzabile in maniera semplice: mi cacciano sempre. Da ogni posto: cacciato da sottosegretario dall’allora ministro Giuliano Urbani, cacciato da assessore , dal sindaco Letizia Moratti, da alto commissario a Piazza Armerina, da sindaco di Salemi“.