Va a nuotare e rimane infettato dall’ameba killer “mangia cervello”: morto un 29enne (2 / 2)

Infine, il 20 settembre, “il liquido cerebrospinale” di Fabrizio è risultato positivo per l’ambea-mangia cervello alias Naegleria Fowleri, la quale ha scatenato una rara infezione che negli Stati Uniti, è stata diagnosticata solo 143 volte negli ultimi 55 anni. “Lo scenario peggiore si stava rivelando davanti ai nostri occhi quando abbiamo appreso che questa infezione si traduce in un tasso di mortalità del 98%“, continuano a raccontare sulla pagina, condividendo i dati sulla mortalità elencati dal CDC.

La Naegleria Fowleri si trova naturalmente in acque dolci calde in tutto il mondo e può essere trovata in piscine e vasche idromassaggio che non vengono trattate sufficientemente.

 

Ma nonostante l’ubiquità nelle acque in cui gli esseri umani amano nuotare, i casi di PAM sono incredibilmente pochi e distanti tra loro perché l’ameba è innocua se penetra nel corpo attraverso il tratto digestivo (cioè l’ingestione accidentale dell’acqua contaminata). Invece la PAM nasce quando il batterio Naegleria Fowleri entra in contatto con il tessuto che riveste l’interno del naso e dei seni paranasali. Da lì, il microbo segue i nervi olfattivi nel cervello, dove inizia a consumare il tessuto neurale moltiplicandosi molto rapidamente.

Le vittime hanno contratto l’ameba dopo essersi bagnati il naso mentre nuotavano o lavandosi la faccia con dell’acqua contaminata. Per prevenire l’infezione, il CDC raccomanda di usare solo acqua purificata e di usare i fermagli per naso o di tenere il naso chiuso mentre si nuota.

A causa della sua rarità e della sua natura estremamente letale, storicamente, la comunità medica ha avuto poche possibilità di sviluppare e confrontare i vari trattamenti per la PAM. Tuttavia, sono stati fatti molti progressi sono negli ultimi anni. Dal 2013, tre pazienti infetti da questo batterio “killer”, sono sopravvissuti dopo che il loro regime antimicrobico e steroideo è stato integrato con il farmaco antiparassitario miltefosine. Il danno cerebrale di Fabrizio Stabile aveva superato il punto di non ritorno rendendo inutile la somministrazione della miltefosina che gli avrebbe potuto salvargli la vita. Secondo il Waco Tribune-Herald, il CDC ha raccolto diversi campioni di acqua dal BSR Surf Resort, che nel frattempo è stato sottoposto al sequestro in attesa dei risultati del test.