Un minatore russo nelle sue pause ha immortalato le volpi del circolo polare artico (2 / 2)

Questo grazioso animale è stato protagonista, proprio in Russia, di uno degli esperimenti più lunghi mai portati a termine: da oltre 50 anni, i ricercatori dell’Istituto di Citologia e Genetica di Novosibirsk, stanno cercando di confermare le teorie su come l’uomo sia riuscito ad addomesticare alcuni animali come il cane.
A ideare l’esperimento fu Dmitry Belyaev, un genetista ormai scomparso da alcuni anni. A continuare il suo lavoro c’è la sua assistente Lyudmila Trut, oggi 80enne.

Tutto è iniziato con un gruppo di volpi in gabbia, che sono furono liberate. Quelle che non sono scappate subito, meno del 10%, sono state scelte come popolazione base e poi fatte riprodurre.
Nel corso di 50 anni, in cui le varie generazioni sono state nutrite a mano, le volpi hanno iniziato a mostrare comportamenti sempre meno aggressivi, dimostrando anche una certa fiducia nei confronti degli umani. I ricercatori, a 50 anni dall’inizio dell’esperimento, hanno potuto constatare che ormai le volpi sono diventate indistinguibili da un cane domestico, con comportamenti come lo scondinzolio e l’abbassamento delle orecchie. 

Il loro addomesticamento è praticamente ultimato e i ricercatori hanno deciso di metterli in vendita per raccogliere fondi da destinare a nuove ricerche. Nel corso di mezzo secolo, il loro corpo è notevolmente cambiato: le loro gambe si sono accorciate, le teste sono diventate più grandi. Ma a cambiare non è stato solo il loro aspetto esteriore: alcune ghiandole sono diventate molto più attive, determinando un maggior livello di serotonina nel cervello, che diminuisce i comportamenti aggressivi.