Trony, Euronics, Mediaworld: la crisi è tutta colpa del commercio online (2 / 2)

Aveva pensato di scontare del 50% tutti gli elettrodomestici per tentare di attenuarr il potere dell’ e-commerce che viene anche amplificato da alcuni portali e app come TrovaPrezzi.it che permetto di far vedere i vari prezzi di un prodotto e dove conviene acquistare.

 

A subire la crisi sono stati i 43 negozi di uno dei soci di Trony, la Dps della famiglia Piccinno diventata poi Vertez attraverso la cessione una parte dell’azienda e ora dichiarata in fallimento lasciando 500 lavoratori a casa.

Ma anche l’azienda tedesca Mediaworld ed Euronics stanno subendo la crisi. Quest’ultima ha sofferto la crisi di uno dei soci, la Andreoli che è finita in concordato preventivo. I 21 punti vendita distribuiti nel Lazio, in Abruzzo e nelle Marche sono stati acquistati da Unieuro che nell’ottobre scorso li ha acquistati tramite un ramo d’azienda della Ceroni. Mediaworld, invece, ha spostato la sua sede di Bergamo in Brianza ed un anno fa aveva annunciato 180 esuberi poi ritirati perché venivano gestiti con i contratti di solidarietà.

In molti, prima di acquistare un prodotto online, si recano nei negozi fisici per testare il prodotto prima di acquistarlo.

 

Le attività predatorie e in sottocosto strutturale come Amzon ed altri siti di vendite sottocosto e micro imprese che applicano sui prezzi l’evasione dell’ Iva, chiamano un urgente iniziativa istituzionale e non più rinviabile.

 

Queste tipologie di siti hanno competenze di innovazione e di conoscenza specifica del settore dell’ elettronica di consumo anche se alcuni di loro hanno subito un ribasso nelle vendite.