Tredicenne americana premiata per lotta contro le armi uccisa da colpo vagante (2 / 2)

Sandra, pochi istanti prima di perdere la vita, si trovava insieme alla sorellina più piccola a vedere la tv. All’improvviso qualcuno ha sparato verso la sua casa. Il proiettile ha distrutto il vetro, è entrato in casa e ha colpito la 13enne. “Mamma, mi hanno sparato!”, queste le sue ultime parole, prima di accasciarsi al suolo e morire poche ore dopo. Il delitto è avvolto nel mistero: nonostante due uomini siano stati arrestati non è chiaro il motivo per cui abbiano sparato verso la casa della 13enne.

Potrebbe essersi trattato anche di un errore. Le autorità di Milwaukee sono al lavoro per capirne di più. “Nella città dove vivo, i bambini sono vittime di violenza armata senza senso. Inizieremo a cambiare quando inizieremo ad amarci l’un l’altro“, aveva scritto nel 2016. “Ha combattuto come un soldato”, le parole della madre distrutta per aver perso così, a 13 anni, la figlia in un giorno come tanti altri.

Insomma gli anni passano ma negli Stati Uniti d’America le armi continuano ad uccidere con una frequenza che in gran parte d’Europa, per fortuna, è sconosciuta. 13mila persone hanno perso la vita nel 2018 a causa delle armi da fuoco, 25mila invece sono rimaste ferite. Quasi 600 di queste sono bambini fino agli 11 anni e oltre 2.500 ragazzini/e dai 12 ai 17 anni.