Torino, la maestra licenziata: “Dovete morire non è una minaccia. È il destino di tutti” (2 / 2)

Dopo la conferenza stampa, alcuni manifestanti del Cub Scuola e di Potere al Popolo hanno voluto fare una manifestazione davanti all’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte.

L’insegnante, durante la manifestazione del 22 febbraio ha inveito contro le forze di Polizia esclamando: “Vigliacchi, mi fate schifo, dovete morire”. Da quel momento è scoppiato un vero e proprio caso mediatico e secondo il Ministero dell’istruzione, il comportamento della maestra è stato “grave e allarmante, fortemente aggressivo e in grave contrapposizione alle forze dell’ordine e

di conseguenza nei confronti dello Stato di cui le stesse sono una rappresentanza”. La sua figura da insegnante, in quell’occasione rappresentava l’istituzione scolastica anche se stava avvenendo fuori dai suoi orari di lavoro e con il suo comportamento avrebbe leso “consapevolmente e volontariamente” l’immagine della scuola. La Cassaro ha voluto difendersi e raccontare la sua versione affermando che la frase “dovete morire” non è stata una minaccia o un augurio ma semplicemente una constatazione giacché la morte fa parte del destino di ogni essere umano. Ha precisto, inoltre, di non

essere indagata per istigazione a delinquere e violenza, ma “per oltraggio a pubblico ufficiale“. A sostenerla, ci sono alcune colleghe ed infatti dopo la conferenza stampa presso la Sede Cub a Torino, hanno urlato al megafono che la punizione inferta alla collega sia ingiusta rispetto all’errore che ha commesso. La maestra è stata licenziata dall’ufficio Regionale Piemontese per la sua grave condotta durante la manifestazione antifascista del 22 febbraio contro CasaPound che stava tenendo un comizio in un albergo nel centro di Torino.