Tenta il furto di una melanzana, dopo 9 anni di processo viene assolto (2 / 2)

Lecce, tentò di rubare una melanzana: assolto dopo 9 anni e tre gradi di giudizio

I giudici nella sentenza hanno scritto che l’uomo “aveva certamente agito per soddisfare un bisogno alimentare della propria famiglia. Contrariamente a quanto rilevato dai giudici di merito, secondo cui il ricorrente non aveva dimostrato di versare in stato di indigenza, i presupposti della causa di giustificazione emergevano, avendo l’imputato cercato di rubare un solo ortaggio e non altra parte del potenziale raccolto”.

La Cassazione ha assolto il 49 enne e a finire nei “guai” sono stati i giudici leccesi data la “particolare tenuità” della vicenda. La Gazzetta del Mezzogiorno ha scritto: “L’uomo era stato condannato dalla Corte d’appello di Lecce a cinque mesi di reclusione. La Suprema corte ha invece stabilito che, nel caso specifico, debba essere applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Il processo è costato allo Stato alcune migliaia di euro poiché l’imputato è risultato indigente ed ha usufruito del patrocinio gratuito nei tre gradi di giudizio. “

“Nei processi di primo grado e di appello non erano state ravvisate le condizioni per giustificare il furto (poi derubricato in tentato) con lo stato di necessità, anche perché per l’imputato si era parlato di condotte abituali in ragione di alcuni precedenti penali anteriori al 2000. I giudici salentini sono stati bacchettati per l’errato calcolo della pena massima (sei anni anziché quattro previsti per il tentativo di furto) che ha poi comportato l’impossibilità di considerare la tenuità del fatto”.