Sta per avere un infarto, ma lo smart watch lo segnala e gli salva la vita (2 / 2)

Questa tecnologia permette, attraverso l’abbinamento di led verdi e fotodiodi sensibili alla luce, di rilevare la quantità di sangue che scorre nel polso in un determinato momento.
A ogni battito del cuore, infatti, il flusso sanguigno nei vasi del polso aumenta e, di conseguenza, viene assorbita più luce verde. Un principio semplice, ma che adottato in questa tecnologia sta dando grandi risultati.

 

Vincenzo è solo l’ultimo salvato dal suo orologio. Negli Stati Uniti se ne contano a decine di casi simili. Già nel 2017 un avvocato americano di 50 anni, reduce da una serie di test fisici che esclusero ogni tipo di problema, venne svegliato nella notte dalle vibrazioni e avvisato della frequenza cardiaca a riposo troppo elevata. Anche Bob Metcalfe, inventore dell’Ethernet e fondatore di 3Com, lo scorso novembre ha raccontato come il nuovo smartwatch abbia fatto la differenza nel salvargli la vita.

Un dispositivo che spesso viene considerato superfluo ma che sembra avere un gran mercato. Basti pensare che nel secondo trimestre del 2018 comanda la top five con un market share del 17% e 4,7 milioni di unità vendute (+38,4% sul 2017). Leggere l’ora sull’orologio prodotto dall’azienda di Cupertino è forse l’ultima delle cose per cui viene utilizzato. App, messaggini, Siri, musica, immagini e ora anche… salva vita.