Sofia Guidi, la prima italiana al Ted-Ed di New York per parlare di violenza domestica (2 / 2)

È stata sempre fiancheggiata dalla professoressa Gabriela Alvarez, sua docente di inglese al liceo classico Alfieri di Torino. Non si sono mai perse di vista le due, tanto che qualcuno le ha scambiate per madre e figlia. La professoressa d’inglese Gabriela Alvarez oltre al lavoro di insegnante, svolge in Italia il ruolo di licenziataria per conto di Ted-Ed. La professoressa è rimasta seduta proprio di fronte a Sofia quando ha esposto il suo discorso al pubblico internazionale di Ted-Ed, formato per lo più da suoi coetanei:

Nonostante sapessi che il mio argomento interessava molti altri miei colleghi e che gli stessi coach americani, Ashley e Dan, fossero soddisfatti di come lo esponevo, ero comunque tanto nervosa. Mi è stata però data l’opportunità di ripetere l’esposizione ancora una volta sul palco e allora mi sono calmata.” Quando frequentava il club del Ted-Ed a Torino, Sofia non aveva ben in mente quali fossero i temi che avrebbe dovuto affrontare, se fosse stata scelta tra i 75mila studenti partecipanti per esporre un discorso sul tanto prestigioso palco internazionale americano del Ted-Ed.
Aveva scelto di discutere su un tema giuridico, in particolare la giovane italiana si era interessata alle leggi russe, dopo che un’articolo pubblicato sul Corriere Della Sera aveva attirato la sua attenzione.

Era rimasta sconvolta quando aveva letto che in Russia non è un reato punito penalmente dalla legge russa le violenze domestiche, dove nella maggior parte di esse, sono vittime donne e bambini. Così Sofia Guidi ha deciso che frequenterà la facoltà di Psicologia propro per aiutare un giorno quelle donne vittime di violenza che di certo non mancano anche in Italia: “Dopo avere approfondito queste storie mi sono resa conto che la realtà non era sempre esattamente come mi aspettavo, o quella in cui credevano i miei insegnanti e i miei genitori: l’uguaglianza di genere non è sempre reale nel mondo, così come le vittime di violenza non sempre ricevono abbastanza aiuto o protezione.”