Sanremo 2018, ci è mancato poco (2 / 2)

‘Le donne di Modenà di Francesco Baccini diventa ‘Le donne di Napolì, poi si passa a ‘Le donne lo sannò di Ligabue, ‘Acqua e saponè degli Stadio, ‘Non sono una signorà di Loredana Bertè, ‘Viva la mammà di Edoardo Bennato, fino a ‘Gli uominì di Mia Martini e ‘Quello che le donne non diconò, portata al successo da Fiorella Mannoia.

 «Questa è una battaglia da fare tutti, uomini e donne», ha concluso Michelle, fasciata in un lungo abito rosa da sirena, raggiunta sul palco da Pierfrancesco Favino.

Un tristissimo momento formato flash mob in onore dell’altra metà del cielo che ha lasciato lo stesso sapore della pizza a prezzo fisso nei club di risulta dove magari si spoglia anche il cameriere che ti offre la mimosa raccolta al semaforo, e non sai le risate. Di rosa vestita, la signora Hunziker scende dalla scala intonando, più o meno, “I maschi” di Gianna Nannini. E da lì si alza la voce della finta protesta perché no, le donne non cantano i maschi.

Meglio le mamme, ancora meglio se le mamme di Napoli che fanno più femmina. Il messaggio è facile facile. Un fiore contro la violenza, una cantata tutte in coro e pure questa è fatta. E che non si dica che non ci stiamo impegnando. Che peccato. Poteva essere proprio una bella serata.

 

La terza serata più vista del millennio, che detto così fa un certo effetto. Ora non ci resta che aspettare questa sera per vedere quali altre soprese positive ci riserverà questo il quarto appuntamento di questo Festival.