Roma, ecco chi è il ladro del bar di Cinecittà ucciso dal titolare (2 / 2)

Che Proietti non potesse fare alcun bene alla società era chiaro già più di 40 anni fa. Nel 1975 a Roma apparve una nuova banda, quella di “Lallo lo Zoppo”, che si rese protagonista di atti di vero e proprio terrore. Sequestri che spesso finivano con l’uccisione degli ostaggi, rapine, pestaggi, furti, saccheggi e traffico d’armi.

Proietti faceva parte di quella marmaglia lì. Negli anni ’80 fu condannato a 30 anni di carcere proprio per il suo coinvolgimento attivo nella banda. Fu interdetto a vita anche dai pubblici uffici: era tra le persone che sequestrarono e uccisero il re del caffè Palombini. Nonostante le condanne inflitte, Proietti ha sempre trovato il modo per continuare indisturbato a delinquere.

Venti anni fa partecipò a un sequestro in stile Arancia Meccanica in via Aristofane a Casalpalocco: Proietti e compagni sequestrarono la domestica di una villa romana e un ragazzo di 19 anni, legandoli a una sedia e minacciandoli con una pistola. Il tutto mentre Proietti, per la legge, era agli arresti domiciliari. La giustizia italiana, già venti anni fa, funzionava molto bene. Talmente bene che a fine 2019 un tabaccaio ha deciso di farsi giustizia da solo e sparare senza pietà a un ladro.