Roberto Formigoni: “Sono costretto a prendere i mezzi pubblici” (2 / 2)

“La mia colpa è quella di aver trascorso alcuni weekend ospite di un mio amico facoltoso: Pierangelo Daccò. Ho trascorso due settimane ai Caraibi e una decina di weekend nell’arco di tre anni in sua compagnia. Ora mi attribuiscono il prezzo di quegli yatch, per un totale di 4 milioni di euro. Tutto questo è incredibile”, la difesa dell’ex presidente della Regione Lombardia.

Secondo lui i 200 milioni di euro donati agli enti sopracitati sono “frutto di delibere, di scelta condivise con la giunta e i miei tecnici. Tutto regolare, tutto alla luce del sole e tutti soldi a beneficio dei malati”. Poi Formigoni racconta di come ‘tira avanti’ oggi, a fine 2018. “Nel 2014 mi hanno sequestrato tutto: i sei appartamenti, tre utilitarie e la Corte dei Conti mi ha portato via pure la pensione”.

Niente più segretaria, niente più autista: “Li avevo già persi lasciando la presidenza del Pirellone. Oggi sono consulente di due gruppi imprenditoriali, uno arabo e uno cinese. Non guadagno grandi cifre, solo quello che mi basta per vivere. Faccio sei o sette chilometri a piedi al giorno, quando serve uso i mezzi pubblici, anche nell’ora di punta”. Nel tragitto gli capita di incontrare persone che lo conoscono bene per il suo passato da presidente. Molti di loro gli chiederebbero: “Formigoni, perché non torna? Quando c’era lei la Regione funzionava meglio”.