Rischi dell’estate: l’idrocuzione, il malore improvviso che può capitare in acqua (2 / 2)

Purtroppo le morti in acqua sono un evento vecchio quanto il Mondo. A volte sono le correnti, a volte animali pericolosi oppure altri tipi di ‘trappole’. Mentre l’idrocuzione è un malore fisico che colpisce le persone che, molto accaldate, si gettano in acque fredde, evento che spesso causa uno ‘shock termico’ al corpo. Il meccanismo, come detto, può essere anche mortale. Per usare termini più specifici, è una sincope da immersione rapida, caratterizzata da riflessi neurovegetativi che possono causare anche la morte.

La morte arriva per eventuale arresto cardiorespiratorio o annegamento. L’idrocuzione ‘inizia’ con una vasocostrizione, che poi provoca riflessi a livello di tronco dell’encefalo. Quando un corpo accaldato entra in acqua particolarmente fredda, i centri di regolazione cardiaca e respiratori ‘avvertono’ lo shock e può sopraggiungere un arresto cardiorespiratorio. Altre volte, se manca l’ossigeno o si arresta la circolazione, può arrivare anche una perdita di coscienza. La suddetta perdita di coscienza, almeno a parole, sembra meno pericolosa dell’arresto cardiorespiratorio.

Ma la realtà è che uno svenimento dentro l’acqua è pericolosissimo, per il semplice motivo che se non c’è nessuno nei paraggi pronto a prestare soccorso, il rischio di morire annegati è altissimo. C’è il vecchio consiglio di ‘non fare il bagno 30 minuti dopo aver mangiato’. Indubbiamente se si mangia molto è meglio aspettare. Se si mangia un panino o un pasto leggero, il bagno si può anche fare subito, facendo però attenzione alla temperatura dell’acqua. E soprattutto è consigliabile entrare in acqua un po’ alla volta, immergendo prima le gambe e poi bagnandosi la testa prima di tuffarsi. La prudenza non è mai troppa!