Psoriasi, il veleno delle formiche rosse come possibile cura. Ecco i risultati di una ricerca (1 / 2)

Psoriasi, il veleno delle formiche rosse come possibile cura. Ecco i risultati di una ricerca

Un gruppo di ricercatori della scuola di medicina dell’Università di Emory di Atlanta, negli Stati Uniti, ha scoperto che le formiche di fuoco, ed in particolare il loro veleno, potrebbero essere utili per il trattamento della psoriasi, una malattia autoimmune cronica infiammatoria della pelle le cui origini non sono ancora perfettamente chiare.

Il team di studiosi, coordinato da Jack Arbiser, docente di dermatologia dell’Università della Georgia, ha messo a punto una crema a base di solenopsina, che è stata poi testa sulla pelle dei topi geneticamente modificati con psoriasi.

I risultati sono stati sorprendenti: l’effetto terapeutico di questa sostanza provoca una riduzione dell’infiammazione e lenisce il prurito rapidamente.

La scelta della solenopsina è legata alla sua somiglianza dal punto di vista chimico alle cosiddette ceramidi, molecole molto importanti nella protezione e nel rinforzo delle barriere protettive della pelle. Lo studio americano, della durata di 28 giorni, ha evidenziato nei topi con la psoriasi una riduzione del 30% dello spessore della pelle malata oltre alla riduzione del 50% delle cellule immunitarie legate all’infiammazione.

“Crediamo che gli analoghi della solenopsina contribuiscano al totale ripristino della barriera della pelle” sono queste le parole di Arbiser che ha poi aggiunto che le sostanze normalmente utilizzate per il trattamento della psoriasi possono diminuirne i sintomi sulla pelle ma che non sono sufficienti per il ripristino della fisiologica barriera protettiva.