Primo trapianto di faccia in Italia, il chirurgo è un precario con uno stipendio da colf (2 / 2)

Poi l’amara ammissione: “Guadagna quanto una colf. Con tutto il rispetto per le colf”. Eh già. Senza ipocrisie, lavorare 27 ore per trapiantare il volto di una persona su un’altra non è paragonabile a fare le pulizie. Aver trascorso anni e anni della propria gioventù a studiare medicina e aver trascorso anni all’estero lontano dalla propria famiglia per fare esperienza è un altro paio di maniche.

Ma in Italia, purtroppo, va così. Il dottor Santanelli è critico verso il suo, il nostro paese: “L’Italia ha perso di vista le cose importanti da molto tempo, da troppo tempo. Non ci sono stati governanti illuminati. Per questo trapianto eravamo pronti da tempo. In Francia ne hanno già effettuati 7. Siamo arrivati dopo la Turchia, per intenderci”.

L’unico ringraziamento: “La mia soddisfazione è quella di non dover dire grazie a nessuno, se non alla volontà di aiutarci mostrato dal Ministero della Salute e dal Centro nazionale trapianti. Da noi le persone che valgono vendono considerate rompiscatole”. Poi l’amara conclusione: “La mia è una chirurgia molto complessa e per niente remunerativa, se non sul piano umano perché riusciamo a restituire un pezzetto di vita a persone alle quali non era stato concesso”.