Primo trapianto di faccia in Italia, il chirurgo è un precario con uno stipendio da colf (1 / 2)

Primo trapianto di faccia in Italia, il chirurgo è un precario con uno stipendio da colf

La settimana scorsa la comunità scientifica italiana aveva ‘esultato’ perché, finalmente, anche nel nostro paese è stato effettuato un trapianto di volto. Per l’esattezza, era stato il team di chirurghi con a capo Fabio Santanelli dell’ospedale Sant’Andrea di Roma a guadagnarsi il titolo di ‘pionieri’ in tal senso. Anche sui social Santanelli e i suoi sono stati riempiti di complimenti da gente comune. Ma, passata l’euforia iniziale, ci sono alcuni ragionamenti importanti da fare a mente fredda.

In Italia si parla spesso di mancanza di lavoro fisso, di precarietà e di scarse garanzie per il futuro. Sostanzialmente è così. Ne è una dimostrazione che uno dei membri della squadra che ha effettuato questo intervento ‘storico’ sia ancora precario. Come ha raccontato Fabio Santanelli in un’intervista al Corriere della sera: “Facciamo le cose belle ma sempre con 10 anni di ritardo. Eppure abbiamo le competenze per la pole position”.

Insomma la sua equipe è stata gratificata soltanto a parole nelle ore successive all’operazione, ma si è trattato di un fuoco di paglia. Parole a cui non sono seguiti i fatti: “Benedetto ha 40 anni, un curriculum eccellente, ha fatto anni di esperienza ad Harvard… ma non ha il posto fisso.  È un precario. Al momento ha un contrattino da ricercatore alla Sapienza che riesco a coprire con i fondi raccolti grazie alla mia credibilità scientifica”.