Preservare i capelli durante la chemioterapia ora è possibile: la sperimentazione sta avendo successo (2 / 2)

Prima dell’installazione del sistema Paxman, si ci aspettava risultati leggermente inferiori.
Ma come agisce il Paxman Scalp Cooling system? Spiegandolo nel modo più semplice possibile, il casco raffredda il cuoio capelluto fino alla temperatura di circa 4°centigradi, in modo che i vasi si restringano. In questo modo si impedisce che i farmaci chemioterapici raggiungano le cellule dei bulbi piliferi, cosa che generalmente determina la caduta di capelli.

Questo avviene perchè i medicinali come come gli alchilanti, i tossani e le antracicline (tra i più comuni chemioterapici) colpiscono le cellule che si replicano velocemente. Tra queste, oltre quelle ‘fuori controllo’ del cancro, ci sono purtroppo anche quelle sane dei capelli, che sono tra le cellule più veloci del nostro organismo. In futuro il casco sarà in grado di aiutare il 100% dei pazienti a non perdere i propri capelli durante i cicli di chemio.

In Italia il primo ospedale a credere nelle potenzialità del dispositivo e ad avviare la sperimentazione è stato quello di Carpi, dove il casco è stato adottato dal 2013; con il tempo sono stati sviluppati nuovi modelli più avanzati fino ad ottenere quelli oggi in dotazione in diversi nosocomi italiani. Grazie ai risultati della sperimentazione non è difficile immaginare che a breve il casco sarà disponibile anche in altri ospedali aiutando sempre più pazienti a mantenere positività durante la chemio.