Pandora “tarocchi” riempiono Napoli per San Valentino (2 / 2)

Tutto falso chiaramente. E tutto così ben fatto che facilmente sarebbe potuto finire nei circuiti legali del commercio, e magari in esposizione nella vetrina di un negozio con tanto di certificato. A dicembre a Marcianise, in provincia di Caserta, la Guardia di Finanza ha sequestrato una fabbrica abusiva dove venivano creati falsi gioielli Pandora. L’operazione è avvenuta nel periodo delle feste, pochi giorni prima di Natale, tant’è che nel materiale sotto chiave sono stati ritrovati anche ciondoli e charm dell’edizione limitata delle feste.

Questi gioielli non sarebbero stati destinati al mercato del commercio parallelo o a bancarelle di venditori ambulanti, ma tutto, in particolare i ritrovamenti dei certificati falsificati,  fa ritenere che invece sarebbero stati destinati a qualche negozio e confusi tra pezzi Pandora originali.
Caratteristiche simili anche nei Pandora falsi ritirati a gennaio sempre a Marcianise, in un deposito  utilizzato da un negoziante che lavorava al Tarì, il polo fieristico e di gioielleria tra i più importanti del Sud Italia, dove c’erano 3mila gioielli contraffatti e 900 prodotti usati per il confezionamento.

Ma le imitazioni dei ciondoli e bracciali più venduti del momento sono destinati anche alle bancarelle, dove spesso è difficile capire cosa si sta acquistando e dove spesso i venditori poco onesti cercano di accalappiare acquirenti furbetti con frasi tipo, come: “sono di acciaio invece che d’argento ma sono uguali ai Pandora” e quindi ammettendo la contraffazione, oppure con tanto di occhiolino provano a difenderne l’autenticità: “quelli sono proprio Pandora, ma sono rubati”.
Nel centro di Napoli sono stati trovati diversi ambulanti vendere questi gioielli anche con tanto di scatola e logo.