Napoli: incendia cassonetti in strada e la madre gli urla preoccupata perché lo fa senza maglietta (1 / 2)

Napoli: incendia cassonetti in strada e la madre gli urla preoccupata perché lo fa senza maglietta

Napoli è una città piena di contraddizioni. Chi scrive ci ha vissuto sette anni e la frequenta da quando è nato, quindi sa di cosa parla. Che i napoletani abbiano molti pregi è evidente. Ma è altrettanto evidente che a molti di loro manchi completamente il senso civico e il rispetto per i beni collettivi. In una sola parola, la maggioranza della popolazione napoletana è indisciplinata.

A Napoli e provincia esiste una antica tradizione che si chiama “Cippo di Sant’Antonio”. Non è intenzione di quest’articolo spiegarne le origini e il significato. Sta di fatto che il 17 gennaio ogni quartiere di Napoli accende il suo fuoco che, in estrema sintesi, dev’essere più grande e appariscente di quello di altri quartieri. Già dal periodo natalizio bande di ragazzini si procurano (in mille modi diversi) la legna da ardere la notte del 17 gennaio.

Anche quest’anno la tradizione è stata rispettata e in tutta la città e la provincia sono stati accesi migliaia di “fuocarazzi”. Il più discusso di tutti è stato indubbiamente quello appiccato a Salvator Rosa, zona centrale di Napoli, a metà strada tra il centro storico e il Vomero. A due passi da piazza Mazzini, all’incrocio tra via Imbriani e Santa Monica, alcuni ragazzini hanno acceso il loro fuoco all’interno di un cassonetto dell’immondizia. Accendere un fuoco di grosse dimensioni in un contenitore di plastica per divertimento è semplicemente una pura follia napoletana.