Moglie e pusher litigano: “Quando ti chiamo rispondi”. “Ma sto a vende cocaina”, intercettati (2 / 2)

Il giudice per le indagini preliminari Cinzia Parasporo ha scritto nell’ordinanza che l’organizzazione “riusciva ad assicurare il rifornimento di cocaina h24 ai consumatori, di ogni possibile provenienza, con elevatissimo volume di affari e consistenti profitti”.

Ciò avveniva grazie a un sistema di turni che garantiva la presenza di almeno una persona anche a notte fonda o di primo mattino. All’interno della palazzina, inoltre, c’era un altrettanto efficiente sistema di nascondigli.

Si trattava, seppur completamente illegale, di una vera e propria azienda: secondo quanto raccontato dalla pm ai giornalisti, in quella palazzina alcuni giorni si guadagnavano oltre 20mila euro grazie alla vendita di sostanze stupefacenti.

Moltiplicando questa cifra per 365 non è difficile scoprire il fatturato annuale della organizzazione del “Principe”, che era finito nei guai con la legge già nel 2011 e nel 2017.

Fondamentali per mettere a segno gli arresti sono state le intercettazioni telefoniche. Una in particolare vede come protagonisti un pusher e sua moglie e in un certo senso potrebbe anche risultare divertente.

La donna è arrabbiata poiché avrebbe chiamato ripetutamente il marito, non ricevendo risposta: “Quando io te chiamo me devi rispondere”, “Senti, c’ho 10 persone davanti, sto a vende la cocaina!”, “C’hai sempre 10 persone davanti”. Il lato tenero e divertente dei criminali.